Non smette di far discutere la decisione del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini di abolire il test di ammissione a Medicina. Ma stavolta a esprimere i propri dubbi non sono studenti o rettori, bensì una collega di governo: il ministro della Salute. “Ho sentito la proposta del ministro Giannini, e debbo dire che nutro qualche perplessità. Vorrei capire bene come la vuole strutturare”: così si è espressa all’agenzia Adnkronos Beatrice Lorenzin in merito alla volontà della sua collega del MIUR di cancellare il test di ammissione a Medicina e, pur mantenendo il numero chiuso, modificare radicalmente il sistema di selezione.
Nelle intenzioni del ministro Giannini si dovrebbe dire addio allo sbarramento preventivo per spostare il momento della scrematura al termine del primo anno, come in Francia. Ma il progetto della titolare del MIUR non sembra avere troppi sostenitori nel mondo accademico, che faticherebbe a contenere l’ondata delle matricole, visti i problemi legati alla carenza di strutture e personale.
Alla perplessità dei rettori e delle università italiane adesso si aggiungono anche quelle del ministro della Salute: “Le nostre facoltà di Medicina sono state costruite per avere un rapporto diretto tra lo studente e il medico, – ossia il professore – sul campo”, spiega Lorenzin. E se si passasse all’improvviso a un primo anno ad accesso libero, continua, “questa interdisciplinarità tipica del nostro sistema verrebbe meno. Si tratta di un problema grande: adattare le università in tempi immediati richiederebbe un grosso investimento economico“. Improbabile, visti i continui tagli agli atenei italiani e nello specifico alle borse di specializzazione per i futuri medici.
Ma la questione è perfino più ampia e, secondo il ministro della Salute, richiederebbe una revisione in toto della programmazione della formazione. “In un modello come quello americano o francese la soglia è al primo anno di università, ma già al liceo c’è una preparazione e una specie di lavoro di selezione. E l’università costa molto di più”. L’eventuale abolizione del test di ammissione a Medicina, perciò, prima di avviarsi richiederà probabilmente un confronto anche tra MIUR e Ministero della Salute.
Resto profondamente d’accordo col Ministro Giannini:è giusto dare a tutti la possibilita’di studiare,almeno per potere verificare la propria attitudine agli studi medici.Solo cosi’ l’aspirazione di giovani veramente intenzionati alla professione medica sara’ soddisfatta,ma sulla meritocrazia evidenziata durante il percorso di studio, e non su quiz prevalentemente logici!!Il problema delle aule andra’sicuramente concertato,ma sar’ solo per il primo anno,e poi avverra’la selezione numerica.Ai miei tempi il numero di iscritti era molto elevato,ma la selezione naturale gia’ci aveva dimezzato al 2°anno!Confido nella prosecuzione dell’abolizione del numero chiuso! L.Arpellino
Penso, purtroppo, che sia solo una trovata elettorale.
l’abolizione dei test di accesso è una buona cosa dare la possibilità a tutti è giusto la selezione verra’ fatta nel corso degli studi.
Io sono un medico laureato nel 1985.
Gli iscritti al primo anno eravamo 1000.
ci siamo laureati in regola meno di 150 gli altri o hanno abbandonato gli studi o sono andati fuori corso la selazione si fa da sola.
tuttavia 1000 matricole porterebbero sicuramente più soldi alle università
Scusate ma non capite perche’ i politici vogliono abolire il test di medicina: di voi NON gliene frega una beata minchia!!!!!!!
Semplicemente NON riescono a controllare (cosi’ come vorrebbero controllare capillarmente ogni scorreggia….) l’ attuale impostazione del test: crocette, lettori ottici e computer sono insensibili ai loro intrallazzi.
Invece il sistema alla francese (che ribattezzerei all’ ITALIANA, nel senso peggiore del termine…) da’ totale controllo, attraverso gli IPER BARONI universitari (anch’ essi ben messi politicamente, sommi ruffiani della cricca…..).
I poveri studenti che ci metteranno il faccione e perderanno l’ anonimato degll’ attuale test saranno stritolati per le PALLE e per le OVAIE….
E’ chiaro che passeranno solo gli amici degli amici, gli attivisti che frequentano le sezioni giovanili di partito ed i figli degli IPER BARONI che si sono cosi’ bene prestati al gioco…..
Invece se lo prenderanno nel c……. studenti meritevoli non politicizzati e non imparentati con BARONI e soliti noti……
Meditate gente meditate…..tenetevi ben stretti gli attuali test
tutti i figli entrati con il furto del preziosissimo fascicolo di Bari????
Ricordo con nostalgia la libertà di cui godevamo qualche anno fa. Dopo la Maturità sceglievamo in piena libertà la Facoltà alla quale volevamo iscriverci: bastava semplicemente prendere i moduli e fare l’iscrizione. Seguivamo veramente le nostre aspirazioni: tanti riuscivano a realizzarle, e altri si perdevano strada facendo. Il numero dei laureati non è mai stato eccessivo: basta fare un confronto con le altre Nazioni per rendersi conto che siamo un Paese ancora mezzo analfabeta. Il numero dei laureati è destinato a calare, poiché molti, frustrati nelle loro aspirazioni, ripiegano su Facoltà dove riescono ad accedere, o abbandonano completamente l’idea di un percorso universitario. L’Italia diventa matrigna per i nostri ragazzi: tutto è reso difficile e dispendioso: denaro speso in aerei, alberghi, e poi test cronometrati, e tutto il resto che le famiglie che si trovano coinvolte in questo vortice perverso, conoscono bene. Poi ti guardi intorno e vedi che molti di quei politici che ti rendono la vita difficile e che si trovano nei posti importanti, non hanno nemmeno uno straccio di laurea. Se avessimo ancora il potere del Voto, potremmo mandare via tutti quei politici che non ascoltano più la gente. Purtroppo siamo ritornati al Listone Fascista.