agraria classifica facoltà censis 2010
La
classifica di Censis-Repubblica 2010 non ha dubbi sulla migliore
facoltà di Agraria italiana, quest’anno prima del ranking annuale arriva quella dell’Università di
Bologna Alma Mater. Che sale di tre posizioni rispetto all’anno scorso, con un punteggio medio di 97,8. Il voto più alto la facoltà di Bologna lo prende per la
ricerca (106 su 110), a seguire la didattica (100), i rapporti internazionali (95) e ultima la produttività (90).
Seconda e terza classificata nella classifica delle facoltà Censis sono invece quest’anno la facoltà di Agraria dell’Università di
Teramo, che fa un grande passo avanti rispetto al settimo posto dell’anno scorso, e l’Università di
Modena e Reggio Emilia che invece nel 2009 era stata giudicata come la migliore, che stavolta arriva terza a pari merito con l’Università di
Perugia.
Al quarto e quinto posto della classifica delle facoltà Censis troviamo poi l’Università di
Parma, e a pari merito le Università di Ancona e Padova. A seguire, Udine, Sassari, Firenze, Università della Tuscia, Torino, Bari, Statale di Milano, la Federico II di Napoli. Ancora dopo: Basilicata, Molise, Catania e Pisa.
Ultime della classe nella classifica delle facoltà Censis l’Università di Reggio Calabria, l’Università di Foggia e l’Università di Palermo, che troviamo agli ultimi tre posti della classifica Censis delle facoltà.
L’identikit del laureato in Agraria. Stando ai dati diffusi dall’ultimo rapporto di
Almalaurea sul profilo dei laureati italiani, lo studente di Agraria è nella maggioranza dei casi un uomo (67 per cento), con alle spalle studi superiori tecnici (47 per cento) o scientifici (31,5 per cento), e che molto spesso f- in oltre il 70 per cento dei casi – finisce fuori corso.
Sbocchi lavorativi. La laurea in Agraria rappresenta sicuramente un settore di studio specialistico, quindi nelle statistiche non è riportata tra quelle
più richieste in assoluto dal mercato del lavoro. Nonostante ciò esistono diverse posizioni che un laureato in agraria può ricoprire nel mercato del lavoro. Dall’esperto di gastronomia e turismo enogastronomico, alla direzione di aziende di settore, alla consulenza nel mercato agricolo, o all’esperto nel controllo igienico e di qualità o di tecnologie agro-alimentari per il trattamento e la conservazione di coltivazioni e alimenti.