L’Istituto nazionale di statistica ha appena pubblicato il rapporto “
Noi Italia, 100 statistiche per capire il Paese“, una fotografia della penisola che spazia dall’analisi degli aspetti economici, a quella delle istanze sociali, demografiche e ambientali.
L’indagine, che considera il contesto italiano all’interno dello
scenario europeo, comprende una serie di settori d’interesse, tra cui quello dell’
istruzione e della formazione.
Dagli indicatori Istat emerge che l’Italia è il secondo paese più vecchio d’Europa dopo la Germania, con una percentuale di
anziani che supera quella dei giovani del
43 per cento.
Inoltre, l’Italia
spende poco per l’istruzione. La spesa pubblica per istruzione e formazione è infatti pari a circa il
3,7 per cento del Pil, assai meno rispetto alla media europea. A spendere di più nel settore sono le regioni del
Sud.
Insieme a Spagna, Portogallo e Malta, poi, l’Italia si colloca ai
posti peggiori in Europa per il
livello di istruzione della popolazione. Quasi la metà degli individui compresi tra i 25 e i 64 anni di età – il 47,2 per cento – nel 2008 risulta avere come titolo di studio più alto la licenza di scuola media.
In compenso aumentano gli
iscritti all’università. Dai dati Istat emerge infatti che la crescita delle matricole è costante nel tempo, e che gli iscritti agli atenei italiani corrispondono per ora a circa il
41 per cento dei giovani in età compresa tra i 19 e i 25 anni. In particolare, le iscrizioni sono più consistenti nelle università del Centro e del Nord est.
È possibile consultare indicatori e tabelle del rapporto “
Noi Italia 2010” direttamente online.