La scienza non è sempre una faccenda seria e noiosa, per questo esistono i
premi Ig Nobel: una sorta di premi “ignobili”. Si tratta di una parodia dei premi Nobel, inventata dagli americani per celebrare le ricerche scientifiche più buffe del mondo.
Qualche esempio? Un’indagine condotta sulle
rane per controllare se producono odori diversi in condizioni di stress, un censimento di tutti i microrganismi che vivono tra le
lenzuola, uno studio che spiega perché i
topi non distinguono tra chi parla giapponese al contrario e chi parla olandese al contrario, una ricerca che dimostra che ammassi di fili non possono formare
nodi.
Ogni anno, presso il Sanders Theatre dell’
Università di Harvard si svolge la cerimonia di premiazione delle ricerche migliori, la maggior parte delle quali universitarie. L’evento è seguito da molti per radio e su internet, e assomiglia più a uno spettacolo di varietà che a una solenne celebrazione accademica.
Quest’anno, tra le ricerche premiate, c’è stata quella della
Newcastle University, che ha dimostrato che le mucche a cui viene dato un nome producono più latte di quelle “anonime”. Oppure quella dell’
Università di Berna, che ha spiegato se sia meglio rompere in testa una bottiglia vuota o una piena di birra. E anche quella dell’
Università di Sagamihara, in Giappone, che ha scoperto che il 90 per cento dei rifiuti domestici potrebbe essere smaltito usando i batteri degli escrementi dei panda giganti.
Ad aggiudicarsi un Ig Nobel, nel 2008, anche l’
Università di Trento, che insieme a quella di Oxford ha dimostrato che il sapore di una patatina è percepito diversamente se associato al suono, riprodotto elettronicamente, dello sgranocchiamento di una patatina fresca.
Sono ricerche a dir poco
improbabili, e proprio così, “
Improbable research“, si chiama l’equipe di
scienziati che da anni gestisce l’assegnazione dei premi Ig Nobel.
L’iniziativa non è caratterizzata tanto da toni severi, quanto da una spiccata dose di
ironia. “Le ricerche improbabili – dicono gli ideatori – sono quelle che prima fanno
ridere e poi fanno
pensare“. Del resto, si chiedono: “Come si fa a decidere cosa è
importante e cosa non lo è, e ciò che è
reale e cosa non lo è, nella scienza e in ogni altro campo?”. Come a dire, quando la scienza diventa spettacolo tutto è concesso.
Guarda un pezzo della cerimonia 2009:
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Anche quest’anno niente IgNobel a V.S.Gaudio!
Anche quest’anno non me l’hanno dato.
Io, cioè non io, il mio editore bootleg ha pubblicato nel 1997 “Manualetto della Manomorta”, cinque-sei capitoli del più corposo T.A.T. Trattatello di Approccio Tattile, e, nonostante la mia “scienza della mano morta” sia stata catalogata nell’Enciclopedia delle Scienze Anomale, il mitico “ForseQueneau” della Zanichelli, tra le scienze comiche e con un altro nome, Alessandro, aggiunto al mio(chi saprà mai perché, forse perché è il nome di mio figlio, ma chi glielo disse ai compilatori di quell’Enciclopedia?), ancora niente, non mi hanno assegnato l’IgNobel!
E pensare che a un certo punto corse voce che in quell’Università italiana di cui hanno premiato alcuni ricercatori si stava approntando una tesi di laurea proprio su quel bootleg del 1997, con cui sono stati fissati de finitamente i parametri della scienza comica di cui si dice.