“Education is not for sale”, l’istruzione non è in vendita. Senza mezzi termini lo slogan al centro della mobilitazione degli studenti che ieri sono scesi in piazza nelle città di tutta Europa per riappropriarsi del futuro.
Per la giornata internazionale del diritto allo studio migliaia di studenti europei sono scesi in piazza per protestare contro i tagli all’istruzione che i governi stanno utilizzando come metodo di risanamento del bilancio in tempi di crisi, e contro la privatizzazione delle università. Al centro della protesta degli universitari europei, proprio l’urgenza di preservare l’istruzione come bene comune e l’università come luogo per natura pubblico e non privatizzabile.
La marcia degli studenti ha coinvolto quasi tutti i paesi membri dell’Unione Europea, 20 secondo l’italiana Unione degli Studenti. Tra questi, oltre all’Italia dove hanno sfilato circa 50 cortei, ci sono anche Serbia, Bosnia Erzegovina, Islanda, Danimarca, Svizzera, Norvegia, Irlanda, Bulgaria. Ma, stando a quanto riportato dalla stampa internazionale, le tensioni maggiori hanno coinvolto la Germania e la Grecia.
In Germania, gli studenti hanno protestando occupando aule universitarie e scendendo in strada in circa 35 città, da Berlino a Colonia. In Grecia, a Salonicco ci sono stati scontri tra manifestanti e polizia, mentre Atene è rimasta blindata per il grande corteo che dal Politecnico ha condotto gli studenti davanti all’Ambasciata degli Stati Uniti.
Presso l’Université libre di Bruxelles c’è stata inoltre un’assemblea internazionale dedicata a studenti e promozione della democrazia, a cui ha preso parte anche una delegazione di studenti italiani.