Questa settimana ci sarà ancora un incontro in Regione e poi il Senato Accademico avrebbe intenzione di annunciarlo pubblicamente. La scorsa settimana i collettivi studenteschi hanno occupato il rettorato per alcune ore per questo, ma le direttive del Miur sono chiare.
Tra le sedi da chiudere alcune hanno pochissimi studenti, come il caso di Verres in Val d’Aosta dove c’è un corso di sette studenti, ma il taglio stabilito dal Miur riguarderà anche la facoltà di Ingegneria di Vercelli dove gli studenti sono novecento.
A chiudere sarà sia il percorso tradizionale di ingegneria civile o meccanica sia quello di “electronic and computer engineering”, un corso in inglese con centinaia di studenti provenienti da Giappone, Africa e India.
A rischio chiusura anche Mondovì e Alessandria con centinaia di studenti che potrebbero rimanere senza ateneo, compresi i percorsi interamente in inglese del Politecnico di Biella e i milioni di euro stanziati in investimenti come un’intera palazzina di nuovi laboratori attrezzati a Vercelli e 20 milioni spesi soltanto per la sede Mondovì.
“La razionalizzazione e i risparmi – ha spiegato Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte – non possono essere confusi con la distruzione di un patrimonio accademico e culturale, della storia e delle eccellenze, altro che sprechi”.
Eppure il politecnico di Torino è al secondo posto nella classifica degli atenei più meritevoli stilata a luglio dal ministro Gelmini, ma la missiva inviata un mese fa a tutti gli atenei italiani dal Miur parla chiaro.
E presto, nelle prossime settimane, uscirà il decreto ministeriale attuativo che trasformerà in legge l’annunciata razionalizzazione degli atenei, sono oltre 330 le sedi distaccate, vanno sfoltite.