La missiva è indirizzata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, e a quello dell’Istruzione, Università e ricerca Mariastella Gelmini.
I giovani ricercatori chiedono, nella lettera aperta “un impegno concreto per garantire ai dottorandi e ai giovani ricercatori le condizioni minime che consentano loro di continuare a fare ricerca per Università de L’Aquila“.
Il disastroso sisma del 6 aprile scorso infatti, per i ricercatori “rischia di mettere seriamente a repentaglio l’Università e il ruolo che ha svolto per lo sviluppo del suo territorio”.
Molti di loro infatti si trovano oggettivamente impossibilitati a proseguire le proprie ricerche, dato che “i laboratori e gli edifici sono ancora inagibili e le risorse al lumicino”.
Alcuni dei firmatari inoltre non hanno la possibilità di rientrare a L’Aquila perché il centro che ospitava gli studenti fuori sede è stato duramente colpito dal terremoto.
Nella missiva si chiede, dunque, di “affrontare e risolvere alcune delle questioni più urgenti: alloggi sicuri a
partire da settembre, fondi e borse di studio per finanziare e sostenere le esperienze di studio e di ricerca all’estero”.
Sono richiesti inoltre “”gemellaggi con altre università e istituti di ricerca in Italia e borse di studio per i dottorandi non borsisti che saranno costretti temporaneamente a trasferirsi, nonchè per quelli che rimarranno a L’Aquila”.