Tutto il viale centrale della cittadella universitaria è transennato e protetto da cordoni di poliziotti e carabinieri.
“La Polizia e i Carabinieri sono arrivati questa mattina presto – racconta uno studente – già dalle 7,30 hanno cominciato a transennare”.
Per accedere all’Università i carabinieri controllano e chiedono ad ogni accesso i documenti e controllano borse e zaini. Qualcuno protesta, ma senza sottostare ai controlli non si entra. Su piazzale Aldo Moro, davanti all’ateneo, la polizia municipale rimuove le auto in sosta.
Tra i simboli della protesta in corso ci sono quattro canotti gonfiabili. “Simboleggiano – spiega Chiara, 24 anni, iscritta a psicologia – i respingimenti messi in atto dal governo Berlusconi e appoggiati da Gheddafi. Siamo qui – continua – per dire no a tutto questo. Peraltro ci domandiamo che cosa abbia da dire Gheddafi agli universitari di tanto importante da permettere che per farlo accedere all’Aula magna si debba militarizzare una intera città universitaria”.
Insieme agli studenti protestano anche una ventina di immigrati tunisini e marocchini e una trentina di militanti, il Movimento cittadino di lotta per la casa, rappresentanti di Action. “Vergogna, vergogna”, “Assassino, assassino”, sono alcuni degli slogan gridati dai manifestanti che hanno anche ‘eletto’ il loro santo, il Sans Papier, il senza documenti, scelto come simbolo della protesta contro chi “respinge i richiedenti asilo”.
L’immagine di Sans Papier, protettore dei migranti, campeggia enorme accanto agli striscioni e ai cartelli del sit-in.