Continua la ferrea presa di posizione degli studenti e docenti di Medicina e Chirurgia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, che dall’inizio di aprile sono sul piede di guerra per far sentire la propria voce contro l’accorpamento di 16 scuole di specializzazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia agli atenei di Bari e Napoli; ed anche contro la soppressione delle borse di studio previste dalla regione Calabria per 17 specializzandi.
Sulla questione è intervenuto anche il rappresentante degli studenti di Medicina Giuseppe Tomaino, il quale si è espresso per ringraziare le istituzione che si sono mobilitate, prima fra tutte il Comune di Catanzaro, che insieme alla Giunta e il Consiglio hanno avviato una valida azione di sostegno agli studenti calabresi.
È stata proposta infatti anche l’istituzione con un finanziamento comunale di borse di studio per le scuole di specializzazione. Questa iniziativa infatti potrebbe andare a tamponare l’emorragia creata dal taglio delle borse regionali.
La speranza, per gli studenti di Catanzaro è che anche altre istituzioni pubbliche o private si mobilitino e che, come si è espresso il rappresentante degli studenti dell’Università Magna Graecia di Catanzaro:
nelle opportune sedi, si dia dimostrazione concreata, così come sta accadendo nel Comune di Catanzaro, di realizzare quelli che fino ad ora sono stati ottimi intenti.
Spero che l’impegno della regione Calabria non si limiti all’erogazione di borse di studio, ma che ci si mobiliti tutti per ottenere, oltre all’abrogazione del decreto Gelmini, anche un potenziamento delle scuole di specializzazione già in atto. E’ dimostrato a livello europeo che il vero sviluppo e la vera crescita culturale e sociale si ottiene ampliando i fondi erogati alle Università, che devono diventare il fulcro della rinascita del Paese, specie a livello di ricerca. Non si può immaginare una ripresa della Sanità calabra se gli stessi medici che vi si laureano vengono poi costretti ad andare altrove per poter ottenere una specializzazione. E guardando in faccia la realtà, sappiamo tutti benissimo che ciò significa declassare i medici calabresi, perchè sarà impossibile ottenere un posto in una scuola gestita da professori che non si conoscono e che hanno già i loro allievi, ai quali non faranno certo mancare il loro appoggio, creando così medici di classe A e medici di classe B. Si è fatto tanto per ottenere una facoltà di Medicina e Chirurgia in Calabria e poi ce la si lascia distuggere così? Possibile che non ci sia in noi un minimo orgoglio territorialista? Non bastava aver affidato tutti i posti dirigenziali a professori napoletani? Per quanto tempo ancora ci faremo vessare così?
Scusate la sfogo, ma sono un medico calabrese e sono felice di esserlo e voglio specializzarmi qui, quindi, se c’è una minima possibilità di cambiare questo status quo sarò in prima fila.