In seguito alla segnalazione di diversi studenti, 50 laboratori dei Dipartimenti di Farmacia biologica e Farmacia chimica della Facoltà di Farmacia dell’Università di Bari sono stati posti sotto sequestro dai Carabinieri del Nas, a causa della violazione della legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Poiché i laboratori di Farmacia dell’ateneo di Bari non disponevano dell’apposito documento di valutazione dei rischi, gli studenti che frequentano i locali in cui sono custodite sostanze cancerogene, avevano anche inviato delle lettere al Ministero della Salute, domandando quali precauzioni adottare.
“La sicurezza sui luoghi di lavoro costituisce un tema di rilievo assoluto” – si legge nel comunicato diffuso dall’Università di Bari – “per questo ogni individuazione di disfunzioni o criticità costituirà un prezioso contributo a migliorare l’azione già intrapresa; il patrimonio edilizio della nostra università è ingente e le ristrettezze finanziarie consentirebbero pochi margini di manovra”.
La nota prosegue illustrando gli impegni presi dall’ateneo per la messa a punto delle strutture storiche, la “responsabilizzare tutti gli utenti” e l’edificazione di nuove strutture e laboratori, costruiti “secondo i più moderni criteri”, oggi in fase di collaudo finale.
L’indagine per i 50 laboratori sequestrati, avviata con la denuncia del Rettore Corrado Petrocelli alla Procura della Repubblica, è stata affidata a Francesca Romana Pirrelli, sostituto procuratore del Tribunale di Bari.