In seguito agli scontri all’Università di Torino di lunedì, il rettore Ezio Pelizzetti ha dichiarato l’intenzione di prendere “le giuste contromisure” contro quello che avrebbe assunto i toni di un vero e proprio complotto.
Sembra infatti che gli attivisti del Fuan-Azione Universitaria, oggetto della protesta degli studenti del Collettivo universitario autonomo, sfociata in rissa con lanci di oggetti contundenti e studenti feriti, non avessero ottenuto l’autorizzazione di raccogliere firme per le elezioni universitarie nell’atrio di Palazzo Novo, sede della Facoltà di Lettere.
Tutti devono avere gli stessi diritti, ma il volantinaggio organizzato dal Fuan lunedì mattina a Palazzo Nuovo non era stato autorizzato
Ha dichiarato Pelizzetti in risposta alle accuse bipartisan che si sono scatenate da politici di entrambi gli schieramenti. “E se delle regole esistono, è giusto che vadano rispettate” ha aggiunto.
I termini del “complotto” sono stati chiariti da Pelizzetti come “un tentativo di delegittimazione dell’Università”, visto il delicato momento storico, la crisi economica ed il problema della disoccupazione che incombe tra i giovani.
Una situazione insomma, in cui potrebbe far comodo attirare l’attenzione su un fatto come quello di lunedì. Ma Pelizzetti non si è sbilanciato circa i presunti “mandanti” dell’accaduto.
Alla domanda se la storia dei due schieramenti divisi dalla polizia sarebbe stata una messinscena, ha risposto:
ho avuto l’impressione che fosse tutto organizzato per far passare una pesante ombra sull’Università come istituzione, uno dei pochi luoghi liberi di pensare e di esprimersi nella società e quindi considerato scomodo.
Confessando di aver visto “poche facce note” tra i dissidenti del Collettivo:
Molte persone non c’entravano nemmeno con l’Università. E neanche l’arrestato è uno studente.