Università sudcoreana vara progetto per sviluppare robot killer. Appello per fermarla
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Corea del Sud, università lavora allo sviluppo di robot killer. Appello internazionale per fermarla

da | Apr 2018 | News | 0 commenti

Siamo ancora ben lontani da scenari simili a quelli della saga cinematografica di Terminator, ma quello che si sta compiendo in Corea del Sud è sicuramente un primo passo verso la realizzazione di robot killer. Uno degli atenei del paese, il Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST), sta infatti collaborando con l’azienda Hanwha Systems allo sviluppo di armi autonome che funzionino attraverso l’intelligenza artificiale. Una notizia che ha messo in allarme il mondo scientifico, preoccupato che tale progetto porti a una rivoluzione nella tecnologia militare dalle conseguenze catastrofiche.

Appello internazionale per fermare il progetto sullo sviluppo dei robot killer

Insieme KAIST e da Hanwha Systems hanno creato il “Centro di convergenza della difesa nazionale e intelligenza artificiale”, nel quale portare avanti esperimenti finalizzati alla realizzazione di armi autonome. I  potenziali rischi correlati al progetto sono talmente alti che un gruppo di 50 ricercatori di 30 diversi paesi ha scritto una lettera aperta in cui si minaccia il boicottaggio dell’ateneo. L’università, che è una delle più prestigiose della Corea del Sud, è invitata a mettere da parte lo sviluppo dei robot killer, pena la mancata partecipazione dei firmatari della lettera a qualunque tipo di attività accademica che la coinvolga. Per lo meno finché non vi sarà la certezza che il KAIST non lavorerà allo sviluppo di alcuna arma autonoma che prescinda da significativi controlli umani.

Tra coloro che hanno firmato l’appello per fermare lo sviluppo dei robot killer ci sono alcuni dei nomi più importanti nel campo degli studi sulla robotica e l’intelligenza artificiale, come il britannico Geoffrey Hinton, il canadese Yoshua Bengio e il tedesco Jurgen Schmidhuber.

I ricercatori temono che il progetto possa “scoperchiare il vaso di Pandora” portando a un’escalation nello sviluppo di armi pericolosissime e incontrollate. Le quali potrebbero essere usate da dittatori e terroristi contro i civili, violando i principi dell’etica e la dignità umana. Nella lettera è contenuto, inoltre, l’invito a usare le tecnologie per scopi più nobili, poiché “l’intelligenza artificiale dovrebbe migliorare la vita delle persone invece di distruggerla”.

KAIST e Hanwha Systems si difendono: “Non lavoriamo a robot killer, puntiamo a ridurre le perdite di vite umane tra i soldati”

Dal canto loro il KAIST e Hanwha Systems si difendono, rigettando l’accusa di stare lavorando allo sviluppo di robot killer. Secondo l’ateneo, il progetto “non comprende ricerche su armi autonome incontrollabili” che possano violare l’etica o la dignità umana. Hanwha Systems, una delle maggiori aziende sudcoreane nel settore della difesa, aggiunge che lo scopo della collaborazione con l’ateneo è quello di realizzare armi che possano essere controllate in remoto, per ridurre le perdite di vite umane tra i soldati. I dubbi, tuttavia, restano. Specie perché Hanwha Systems non è mai stata un’azienda particolarmente attenta all’etica. Essa, infatti, produce anche le famose bombe a grappolo, che sono vietate in 120 paesi.

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