Siete stati bocciati? Avete tutte le carte in regola per iscrivervi all’università. No, non è uno scherzo. Secondo una recente ricerca della Australian Catholic University, chi ha ripetuto un anno durante il periodo scolastico ha maggiori probabilità di proseguire gli studi dopo il diploma. Lo stesso “vantaggio” lo condividono coloro che hanno iniziato la scuola in ritardo rispetto all’età prevista. Al contrario, chi ha iniziato la scuola in anticipo ha minore fiducia nelle proprie abilità e rischia di non completare la formazione terziaria.
I bocciati hanno più probabilità di iscriversi all’università rispetto a chi ha fatto la “primina”
La sorprendente ricerca ha coinvolto anche studiosi della Australian National University e della Cornell University di New York ed è stata pubblicata sul Journal of Educational Psychology. Per la sua realizzazione ci si è basati sull’analisi dei dati relativi a oltre 10mila studenti australiani, nati nel 1987 e nel 1988, che sono stati seguiti nell’arco di più di un decennio. Ciò che è emerso è che l’età degli studenti rispetto alla classe frequentata influenza le loro scelte future. In particolare, chi ha circa 12 mesi in più della media dei propri compagni avrebbe maggiori probabilità di proseguire gli studi dopo il diploma rispetto a chi ha iniziato la scuola in anticipo.
Apparentemente sembra un controsenso. Chi si ritrova in una classe successiva rispetto a quella nella quale dovrebbe stare in base alla propria età dovrebbe essere più brillante. D’altra parte, i bocciati dovrebbero essere meno capaci. Eppure i dati sembrano lasciare poco spazio all’interpretazione. Tra i bocciati, infatti, il 58 per cento si iscrive all’università, mentre tra quelli che sono in anticipo sui tempi lo fa solo il 52 per cento.
Non è una questione intellettiva, la differenza la fa la fiducia nelle proprie capacità
Per questo curioso fenomeno ci sarebbe una spiegazione che non ha nulla a che fare con l’intelligenza o con ragioni fisiologiche legate allo sviluppo cognitivo. Secondo la ricerca, l’orgoglio o la vergogna che si provano rispetto all’essere in anticipo o in ritardo rispetto ai propri compagni nel tempo si dissolvono. A rimanere è, invece, la comparazione con gli altri, che si rivela essere determinante nel plasmare la visione che i soggetti hanno di sé dal punto di vista accademico.
Chi a scuola è in anticipo spesso sconta uno svantaggio nelle attività sportive e in numerosi aspetti sociali. Due fattori che influenzano la consapevolezza di sé, tanto che perfino tra gli studenti con i voti più elevati, quelli che sono uno o più anni avanti hanno il 5 per cento in meno di probabilità di iscriversi all’università. La percentuale sale all’11 per cento tra gli studenti con voti medio-alti e al 18 tra quelli con performance scolastiche sufficienti.
I bocciati, invece, hanno un’alta probabilità di sviluppare maggior sicurezza. Ripetere un anno scolastico, infatti, dà loro modo di avere più tempo per apprendere le nozioni. Ma non solo. L’essere stati respinti può aiutarli a superare la sfiducia che avevano sviluppato in precedenza, quando si vedevano sempre indietro rispetto ai propri compagni.
Dalla ricerca emergono due messaggi. Uno per i genitori, che è quello di non tentare di forzare i propri figli ad anticipare i tempi nello studio. L’altro per chi si occupa dell’elaborazione delle politiche dell’Istruzione, che è quello di tornare indietro sui propri passi. Oggi, infatti, la bocciatura è vista come un’inutile umiliazione e si discute addirittura di eliminarla. Stando a questo studio, tuttavia, sembra che la questione meriti di essere riconsiderata.