Alta tensione alla Sapienza tra studenti e forze dell’ordine oggi, martedì 14 marzo 2017. Il corteo di protesta organizzato per contestare il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, intervenuta a un convegno tenutosi nel maggiore ateneo della Capitale, è a un certo punto degenerato in tafferugli tra una parte dei giovani manifestanti e gli agenti ai quali era affidato l’ordine pubblico.
La protesta era iniziata in maniera tranquilla, ma ha poi assunto una forma meno pacifica quando il corteo, all’altezza della Facoltà di Lettere della Sapienza, si è visto bloccato da una barriera di agenti della Digos, personale del commissariato dell’ateneo, del reparto mobile e carabinieri, che impediva loro di avvicinarsi all’ingresso dell’edificio nel quale si stava svolgendo il convegno “Dopo la riforma: università italiana, università europea?”, promosso dall’associazione Treelle. Alcuni facinorosi hanno allora iniziato a intonare cori e lanciare uova e fumogeni contro poliziotti e carabinieri.
La Questura di Roma in una nota ha fatto sapere che 40 manifestanti sono già stati identificati: farebbero parte dei collettivi studenteschi della Sapienza. Le loro posizioni saranno vagliate, grazie alle immagini riprese dalle forze dell’ordine, e nei confronti di chi dovessero emergere delle responsabilità sarà spiccata denuncia all’autorità giudiziaria. Il bilancio finale dei tafferugli è stato di quattro agenti contusi.
Prima e dopo gli scontri, gli studenti hanno sfilato senza disordini, mostrando striscioni e cartelli contro il ministro Fedeli. Tra gli slogan di protesta risuonati all’esterno dall’ateneo “Da Berlinguer a Gelmini, Fedeli alla linea: distruggere scuola e Università” e “Fuori dalla Sapienza chi ha distrutto l’Università”. A proposito di quanto successo, il ministro si è detta disponibile a dialogare con gli studenti che hanno contestato in modo pacifico, ma è stata assolutamente irremovibile nel ribadire la necessità di arginare e non dare spazio ai facinorosi. Che proprio per le loro azioni si dimostrano indisponibili a qualunque tipo di discussione e non fanno affatto un buon servizio alla causa della difesa del diritto allo studio.