Ha scatenato una vera e propria bufera la frase del ministro del Lavoro Giuliano Poletti che, a proposito dei 100mila giovani che hanno lasciato l’Italia per trovare lavoro all’estero, ha detto testualmente “non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola. Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”.
Un’affermazione che suona piuttosto offensiva nei confronti di quelli che sono comunemente definiti “cervelli in fuga” e che ha destato proteste tra le opposizioni, sulla stampa e sul web. Sui social sono impazzati gli hashtag #PolettiDimettiti, #polettivattene e #PolettiFuoriDaiPiedi e in mattinata in Senato è stata presentata una mozione di sfiducia nei confronti di Poletti firmata da Sinistra Italiana, Movimento 5 Stelle e Lega. Una mozione analoga è stata depositata dall’M5S anche alla Camera.
Non è bastato il dietrofront del ministro del Lavoro, che a seguito del vespaio sollevatosi ha ammorbidito la propria posizione. “Mi sono espresso male: penso, semplicemente, che non è giusto affermare che a lasciare il nostro Paese siano i migliori e che, di conseguenza, tutti gli altri che rimangono hanno meno competenze e qualità degli altri”, ha aggiustato il tiro Poletti. Ma è stato tutto inutile.
A contestare il ministro del Lavoro sono anche componenti della maggioranza. All’interno del Partito Democratico, infatti, si sono levate non poche voci di dissenso. La minoranza PD ha addirittura minacciato che, se non fossero cancellati i voucher, si unirà a coloro che voteranno la sfiducia a Poletti.
I voucher sono tecnicamente dei buoni lavoro che servono per la retribuzione delle prestazioni accessorie. In teoria dovrebbero servire a pagare i lavori domestici, le piccole riparazioni, le ripetizioni, ecc., ma nel tempo il loro campo di applicazione è stato allargato a tal punto che ormai sono impiegati in qualunque settore e – invece di favorire l’emersione del lavoro nero – hanno contribuito a creare una nuova forma di precariato. Se è possibile, ancora meno tutelato delle altre.
Non è, quindi, insensato pensare che molti giovani abbiano deciso di lasciare l’Italia anche per non finire stritolati dal sistema del lavoro a voucher. La dichiarazione di Poletti, che da ministro del Lavoro avrebbe il potere di adottare misure per limitare l’uso di questi buoni e incentivare le nuove generazioni a non abbandonare il Paese, suona dunque ancora più stridente.
Eppure il ministro potrebbe salvare la propria poltrona, grazie al sostegno di Forza Italia, che ha già annunciato il voto contrario alla mozione di sfiducia.