L’università come motore dello sviluppo nazionale e dell’innovazione. Questa è la filosofia che sta dietro alla nascita dei Contamination Lab (CLab), progetto attraverso il quale si vuole stimolare la collaborazione tra studenti, dottorandi, ricercatori e docenti di differenti discipline al fine di dare vita a nuovi modelli didattici e sviluppare progetti imprenditoriali e sociali. Adesso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) mette a disposizione attraverso il Fondo Sviluppo e Coesione (Fsc) 5 milioni di euro – circa 3 destinati al Sud e 2 per il Centro e il Nord – per finanziare sia singoli laboratori sia reti di CLab.
I Contamination Lab si sono diffusi rapidamente negli atenei italiani, che hanno colto l’opportunità di coinvolgere i propri iscritti in progetti di contaminazione e cooperazione, che partono da un’offerta formativa di base, decisa dall’università, la quale è poi ampliata e sviluppata attraverso la collaborazione degli studenti.
Questo recente bando del MIUR riguarda la creazione, lo sviluppo e il potenziamento di singoli Contamination Lab (uno solo per ciascun ateneo), cui potranno andare un massimo di 300mila euro, oppure la promozione di un CLab Network tra varie università italiane, statali e non. L’ateneo che si proporrà come capofila di questa rete avrà l’onere di presentare la proposta al ministero, che potrà finanziarla con un contributo di importo non superiore a 150mila euro.
Per quanto riguarda i singoli Contamination Lab, il bando ministeriale prevede che si realizzi una contaminazione attraverso la frequenza congiunta da parte di studenti di diversi corsi di studio e/o atenei di percorsi formativi interdisciplinari, oppure che studenti e docenti cooperino alla creazione di un progetto formativo che abbracci diversi background e discipline. O ancora che si realizzi una interazione tra mondo accademico e mondo produttivo, o tra università e scuola, oppure che si avviino collaborazione con enti e istituzioni europei e internazionali.
Per i Contamination Lab Network, invece, il MIUR punta al finanziamento di progetti finalizzati alla realizzazione di piattaforme digitali per la connessione tra diversi CLab o di sistemi permanenti di video conferencing, oppure alla diffusione di nuove metodologie didattiche come la “flipped classroom” e i mooc. Ma non solo: il ministero finanzierà, ad esempio, anche i progetti che punteranno al trasferimento di best practices tra i vari Contamination Lab, alla comunicazione per promuoverne il lavoro e pubblicizzarne i risultati, all’attrazione di nuove risorse provenienti dal settore privato.