Siena risale di due posizioni in dodici mesi e va a prendersi d’autorità il primo posto nella classifica Censis dell’area chimico-farmaceutica 2016 con un punteggio medio pari a 104,5. Nulla può l’Università di Pavia, che è costretta ad abdicare e ad accontentarsi della seconda piazza, visto che la propria media è scesa a 93,5 punti. Terza nella graduatoria che prende in considerazione i corsi di laurea afferenti alle classi di Scienze e tecnologie chimiche (L-27) e Scienze e tecnologie farmaceutiche (L-29) è Ferrara, autrice di una formidabile rimonta e detentrice di un punteggio che si è attestato a quota 92,5.
Una soltanto è, invece, la posizione guadagnata dalla Ca’ Foscari, che sale in quarta posizione precedendo con 91,5 l’Università di Milano-Bicocca, che scende dal podio e – con un punteggio medio pari a 90 – deve accomodarsi al quinto posto della classifica Censis dell’area chimico-farmaceutica 2016. Esce dal terzetto di testa e perde tre posizioni anche Trieste, la cui media di 89 punti le ha garantito solo il sesto posto.
Continua ancora la discesa dell’Università di Firenze (88,5), che dalla prima posizione del 2014 l’anno passato è crollata al sesto posto e stavolta scende di un ulteriore gradino, finendo settima. (con 88,5 punti). La top ten della classifica Censis dell’area chimico-farmaceutica 2016 si completa con, nell’ordine, Perugia (86,5), la coppia formata da Urbino e Bologna (che condividono la nona posizione con una media di 86) e la Statale di Milano, che ha perso quattro posizioni rispetto al 2015 ed è finita decima con 85,5.
La classifica Censis dell’area chimico-farmaceutica 2016 prosegue con il duo Camerino–Genova (85), che precede un altro tandem, quello formato da Padova e Parma (entrambe con 84 punti). Al centro della graduatoria troviamo l’Insubria (83), Torino (82,5), la Seconda Università di Napoli (82), Salerno e l’Università del Piemonte Orientale, queste ultime appaiate con un punteggio di 81. La parte bassa della classifica vede l’Università di Modena e Reggio Emilia (80,5), che precede quella di Palermo (80) e quella della Università della Basilicata, una delle sorprese di quest’anno, che risale dal penultimo posto di dodici mesi fa e incrementa la propria media di diversi punti, portandola a 78. Dietro l’ateneo lucano nella classifica Censis dell’area chimico-farmaceutica 2016 sono finite L’Aquila e La Sapienza, che hanno riportato tutt’e due un punteggio medio di 77,5, Roma “Tor Vergata” (74,5) e il terzetto composto da Catania, Università della Calabria e Napoli “Federico II”, alle quali l’istituto di ricerca socioeconomica ha attribuito 71,5 punti.
Le ultime tre posizioni della classifica Censis dell’area chimico-farmaceutica 2016 sono piuttosto affollate. Al terzultimo posto, a pari merito, si sono piazzate con una media di 71 punti Sassari, Cagliari e Pisa, con il primo dei due atenei sardi che ha fatto un notevole balzo indietro rispetto al 2015. Al penultimo posto, in risalita di una posizione, stavolta c’è Bari, che dopo anni riesce a scrollarsi di dosso il titolo di cenerentola della categoria, portando la propria media a 70 punti (+3,5 rispetto all’anno scorso). Se Bari guadagna un gradino, due ne perde Messina, quest’anno relegata in ultima posizione con un punteggio medio di 67,5.