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Classifica Censis 2016 dei mega atenei, prosegue il dominio di Bologna

da | Lug 2016 | News | 0 commenti

Con il primato nella classifica Censis 2016 dei mega atenei, l’Università di Bologna prosegue un dominio incontrastato che va avanti ormai da anni. Anche quest’anno l’Alma Mater si conferma la migliore tra le università con oltre 40mila iscritti, totalizzando un punteggio medio pari a 94 (in discesa di 1 punto rispetto al 2015). Il fiore all’occhiello dell’ateneo emiliano sono ancora una volta la comunicazione e i servizi digitali (104), ma anche gli altri indicatori raggiungono valutazioni molto alte. Alle borse e ai contributi sono stati assegnati 99 punti, uno in meno (98) sono quelli guadagnati per l’internazionalizzazione e 88 sono andati alle strutture. Il tallone d’Achille sono ancora una volta i servizi, che si fermano solo a 81 punti.

Restano invariate rispetto agli ultimi due anni anche la seconda e la terza posizione della classifica Censis 2016 dei mega atenei. Al secondo posto si conferma l’Università di Padova, che ottiene 88,8 punti (-0,4 rispetto all’anno scorso), grazie soprattutto alla comunicazione e ai servizi digitali, che ottengono 95/110, mentre la valutazione più bassa è quella ottenuta a pari merito da servizi e strutture (85). Stabile in terza posizione, l’Università di Firenze ha avuto una media di 88 (-0,8), anch’essa grazie alla comunicazione e ai servizi digitali (97), che hanno compensato il non brillante punteggio ottenuto dalle strutture (79).

Nessuna sorpresa nemmeno riguardo alla quarta piazza della classifica Censis 2016 dei mega atenei, dove c’è Pisa (85,8), mentre guadagna tre posti ed è quinta La Sapienza (85,2). Palermo (84,6) perde una posizione e precede Torino (83), che scivola un gradino più in basso rispetto al 2015 ed è settima.  In risalita dalla terzultima posizione, invece, la Statale di Milano (80,2), che dopo due anni riesce a staccarsi dal gruppetto di coda diventando ottava.

In coda alla classifica Censis 2016 dei mega atenei ci sono, infine, Bari (79,8), che precede le sue habitué delle posizioni più basse:  la “Federico II” di Napoli, i cui 75,8 punti di media stavolta la salvano dall’essere il fanalino di coda, e l’Università di Catania, che si merita appena 73 punti, due in meno rispetto al 2015, mostrandosi carente soprattutto sul piano delle strutture, che non riescono ad andare oltre il punteggio minimo (66), ragion per cui finisce ultima.

Per ciò che concerne i singoli indicatori, i migliori servizi sono ancora una volta quelli di Pisa (96), La Sapienza è l’ateneo con la valutazione più alta per borse e contributi (106), Bologna è quello con le migliori strutture (88) e la migliore internazionalizzazione (98), mentre Palermo raggiunge quasi l’eccellenza sul piano della comunicazione e dei servizi digitali (109/110).

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