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MIUR, firmato il decreto che stabilisce i nuovi criteri per l’abilitazione scientifica nazionale

da | Giu 2016 | News | 0 commenti

È stato firmato ieri dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, il decreto che stabilisce i nuovi criteri per l’abilitazione scientifica nazionale. La riforma modifica i parametri attraverso i quali saranno valutati i candidati per la prossima tornata di selezioni per professori ordinari e associati. Nelle intenzioni del ministero, l’emanazione del decreto con queste tempistiche consentirà di procedere in tempi brevi e di avviare le selezioni già nel prossimo luglio e di vedere i primi abilitati salire in cattedra già nella primavera del 2018.

Le modifiche apportate ai criteri serviranno a semplificare e accelerare i tempi di svolgimento e le procedure di scelta. Il decreto arriva dopo la modifica del regolamento per l’abilitazione scientifica nazionale, approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 7 marzo e rappresenta solo il penultimo passo del percorso che condurrà alla totale revisione del sistema di selezione dei nuovi docenti universitari. Per completarlo occorrerà un ulteriore decreto la cui emanazione è subordinata al lavoro che dovrà svolgere l’Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca (ANVUR).

Tra le novità introdotte quest’anno c’è quella della procedura “a sportello”, che consente ai candidati di presentare la domanda in qualsiasi momento dell’anno. Anche la durata di validità dell’abilitazione è stata rivista ed è stata portata da quattro a sei anni e si è messo mano pure alle modalità per il sorteggio delle commissioni, in modo da garantire una più ampia rappresentatività dei settori scientifico disciplinari. Per quanto riguarda le pubblicazioni, è stato stabilito che il numero massimo di lavori che un candidato può presentare per ottenere l’abilitazione scientifica nazionale potrà andare da 10 a 16, a seconda dell’area disciplinare e della fascia di docenza per la quale si prende parte alla selezione.

Cambiano inoltre i titoli validi per l’ottenimento dell’abilitazione scientifica nazionale. Secondo il decreto appena pubblicato, occorrerà “raggiungere almeno due degli indicatori di impatto della produzione scientifica”, oltre a dimostrare di possedere almeno altri tre titoli che potranno riguardare “l’organizzazione o la partecipazione come relatore a convegni di carattere scientifico in Italia o all’estero, la responsabilità scientifica di progetti di ricerca nazionali e internazionali, […] incarichi di insegnamento o ricerca presso atenei o istituti di ricerca esteri, responsabilità di studio e ricerche affidati da qualificate istituzioni pubbliche o private, il conseguimento di premi e riconoscimenti per l’attività scientifica inclusa l’affiliazione ad accademie di riconosciuto prestigio nel settore, lo sviluppo, l’impiego e la commercializzazione di brevetti”. Conteranno anche “i risultati ottenuti nel trasferimento tecnologico in termini di partecipazione alla creazione di nuove imprese”.

Per quanto riguarda la valutazione delle pubblicazioni per l’abilitazione scientifica nazionale, saranno determinanti l’originalità, la qualità rispetto al panorama nazionale e internazionale, il rilievo editoriale, il rigore metodologico e il carattere innovativo. Novità anche per i commissari: sarà soppresso quello internazionale, che nella prima tornata di abilitazioni solo raramente ha preso parte al processo di selezione.

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