Le rockstar muoiono presto, ma non così tanto come comunemente penseremmo. A sfatare il mito è una ricerca sull’età di morte più ricorrente tra i musicisti condotta da Dianna Theadora Kenny, docente di Psicologia della University of Sydney, secondo la quale la maggior parte dei decessi avverrebbe tra i 50 e i 60 anni. Prince, quindi, morto lo scorso 21 aprile in circostanze ancora da chiarire, sarebbe perfettamente nella media, essendo scomparso all’età di 57 anni. David Bowie, invece, che ci ha lasciati a gennaio a 69 anni a causa di un tumore, è stato più longevo della maggior parte dei musicisti.
E il famoso “club dei 27”? Quello al quale appartengono stelle di prima grandezza nella storia della musica tra cui Janis Joplin, Jimi Hendrix, Kurt Cobain, Jim Morrison, Brian Jones e Amy Winehouse? Il fatto che l’età di morte di tutti questi musicisti sia stata 27 anni sarebbe, secondo i dati raccolti dalla studiosa australiana, solo un caso e non rappresenterebbe la regola.
Per scoprire quale fosse in media l’età di morte delle stelle della musica, la professoressa Kenny ha confrontato i dati relativi a 12mila musicisti famosi deceduti tra il 1950 e il 2014. Da questa analisi è emerso che il maggior tasso di mortalità per questa specifica categoria si registra a 56 anni. Il che significa che mediamente le rockstar vivono circa vent’anni in meno della media della popolazione americana (l’aspettativa di vita è di circa 75 anni per gli uomini e 80 per le donne).
Insomma, i musicisti hanno molte più probabilità rispetto agli altri di morire prematuramente, anche se la loro età di morte mediamente non è bassa come ci aspetteremmo. A far scendere l’aspettativa di vita delle rockstar sarebbero fattori legati alle loro abitudini – uso di droghe, alcol, ecc. – ma soprattutto l’alto tasso di morti accidentali (a seconda del decennio esaminato, tra le 5 e le 10 volte più elevato rispetto a quello medio), suicidi (tra le due e le sette volte) e omicidi (fino a otto volte più alto rispetto a quello medio americano).