A un anno dal suo avvio è tempo di bilanci per il programma di mobilità internazionale Erasmus+. Come si poteva facilmente prevedere, il nuovo progetto europeo destinato – a differenza dell’Erasmus tradizionale – non solo a studenti universitari ma anche a giovani laureati, insegnanti e tirocinanti è stato un successo. Nel 2015 le borse assegnate sono state 650mila, di cui 58mila sono andate a ragazzi del nostro Paese, per un investimento totale pari a 92,80 milioni di euro.
I dati relativi ai primi 12 mesi del programma Erasmus+ inorgogliscono le istituzioni europee, come ha spiegato commentandoli il commissario UE per l’Istruzione, la cultura, la gioventù e lo sport, Tibor Navraciscs: “Il considerevole numero di partecipanti è la dimostrazione che il programma sta davvero contribuendo a migliorare le prospettive occupazionali dei giovani, aiutandoli ad acquisire nuove competenze ed esperienze e sostenendo l’ammodernamento dei sistemi dell’istruzione, della formazione e della gioventù in Europa”. I risultati del primo anno sono lo stimolo per continuare a investire in questo progetto: “Continueremo a sfruttare questa popolarità – ha concluso Navraciscs – per raggiungere sempre più persone, diverse tra loro per interessi, profilo e contesto sociale”.
In Italia le università che accolgono il maggior numero di studenti provenienti dall’estero sono l’Alma Mater di Bologna, la Sapienza di Roma, Firenze, il Politecnico di Milano e Padova. Gli universitari in ingresso nel nostro Paese vengono soprattutto da Spagna, Francia, Germania, Turchia e Polonia. Per quanto riguarda il numero di domande per partecipare all’assegnazione delle borse l’Italia è seconda solo alla Turchia. Gli atenei dai quali parte il maggior numero di studenti sono Bologna, Padova e la Sapienza di Roma, seguite dall’Università di Torino e dalla Statale di Milano. La meta più scelta dai nostri giovani che hanno preso parte a Erasmus+ nel 2015 è stata la Spagna, ma gettonatissime sono state anche Francia, Germania, Regno Unito e Portogallo.