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Università, presto esami a distanza grazie a un sistema di riconoscimento facciale

da | Gen 2016 | News | 0 commenti

Rivoluzione in arrivo per gli atenei telematici: presto, infatti, sarà possibile sostenere gli esami a distanza grazie a una tecnologia per il riconoscimento facciale sulla quale sta lavorando un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall’Universitat Oberta de Catalunya (UOC) di Barcellona (Spagna).

E l’evento che cambierà il mondo dell’università, consentendo di superare quello che finora era uno dei principali limiti degli atenei telematici, ovvero quello di doversi obbligatoriamente presentare in sede almeno al momento delle verifiche scritte e orali, non si farà troppo attendere. Secondo i responsabili del progetto TESLA (acronimo che sta per Adaptive Trust-based e-assessment System for Learning), gli esami a distanza diventeranno realtà entro un massimo di due anni.

 

Il problema di attestare l’identità dello studente che sostiene un esame sarà risolto per mezzo di software che consentono il riconoscimento facciale e della voce e garantiscono l’impossibilità del plagio in caso di test scritti. Il progetto TESLA è stato finanziato con 7 milioni di euro dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020 e impegna dodici paesi dell’UE che vi partecipano con otto università (sia telematiche che tradizionali), centri di ricerca e imprese del settore tecnologico.

Le tecnologie usate dal progetto TESLA per permettere di sostenere gli esami a distanza non sono una novità, ma per la prima volta sono state messe insieme e potranno essere sfruttate nel settore dell’istruzione. Dal punto di vista degli studenti l’adozione del sistema di riconoscimento facciale non comporta nessuna acquisizione di particolari dispositivi, quindi nessuna spesa: bastano una webcam, più altri componenti normalmente presenti su qualunque computer.

Tutto quello che si chiede agli studenti è di frequentare con assiduità il corso online per il quale vogliono sostenere l’esame e svolgere con regolarità i test in itinere, affinché si possano raccogliere dei dati che permettano di identificare il soggetto. Tra questi lo stile di scrittura, gli errori ortografici ricorrenti, le costruzioni sintattiche tipiche, il lessico utilizzato di solito. Tutti elementi che consentiranno di scongiurare la possibilità che lo studente presenti agli esami dei testi copiati.

La possibilità di plagio e quella di frode negli esami a distanza, comunque, non potranno mai essere del tutto scongiurate: i ricercatori hanno calcolato che rimarrà sempre un 4 per cento di “rischio”. La fase di sperimentazione del progetto dovrebbe partire nel settembre prossimo, con la partecipazione di 14mila studenti circa.

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