Le università del Sud rischiano di sparire entro 15 anni
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Giannola (Svimez): “Le università del Sud rischiano di sparire entro 15 anni”

da | Gen 2016 | News | 0 commenti

Con le aule che continuano a svuotarsi senza soluzione di continuità, le università del Sud rischiano di sparire. E in un futuro non così remoto. Anzi, secondo l’allarmata previsione del presidente di Svimez Adriano Giannola, il rischio che corrono gli atenei meridionali è quello di chiudere i battenti entro i prossimi quindici anni.

 

La valutazione del presidente di Svimez, espressa durante il convegno su Innovazione e Mezzogiorno svoltosi lunedì scorso nella sede dell’associazione Futuridea a Benevento, scaturisce dalle politiche adottate dai governi nel corso dell’ultimo decennio. Secondo Giannola è stato avviato “un progetto per distruggere le università del Sud, che sta andando avanti con cinismo da circa 9 anni, e che rischia di farle sparire nel giro di 15 anni”.

La chiave del problema sono i criteri di ripartizione del fondo di finanziamento ordinario (Ffo), che sfavoriscono gli atenei meridionali, mettendo sempre più a dura prova le loro già scarse finanze. “Uno dei parametri adottati – ha spiegato Giannola – è dare più risorse a chi ha più studenti in corso”, ma al Sud “ci sono più studenti fuori corso a causa di difficoltà oggettive, come essere pendolare e dover impiegare tutti i giorni ore per arrivare all’università”. Un altro dei criteri adottati è quello di riservare una maggior quota di finanziamenti agli atenei che sono maggiormente in grado di attrarre investimenti privati. Anche in questo caso, sottolinea Giannola, c’è grande disparità rispetto alle condizioni di partenza: “è ovvio che in una realtà con difficoltà di sviluppo e con poche imprese è più difficile attrarre investimenti di questo tipo”, ha sottolineato il presidente di Svimez.

La scarsità di risorse sta creando un contesto “che sta uccidendo le università del Sud”, col risultato che i giovani meridionali che decidono di continuare gli studi dopo il diploma sempre più spesso si iscrivono in atenei del Centro-Nord, rendendo la situazione di quelli del Mezzogiorno ancora più difficile. Ecco perché occorre che si modifichino le regole, altrimenti ben presto ci saranno istituzioni formative costrette a chiudere i battenti.

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