Le aule universitarie si tingono di rosa: tra le matricole, infatti, le femmine superano i maschi. Se le nostre università attraggono sempre meno i neodiplomati, questa tendenza interessa soprattutto gli uomini. A certificarlo è l’Istat, che per l’anno accademico 2013-2014 ha rilevato un ulteriore decremento dello 0,4 per cento rispetto all’anno precedente per quanto riguarda il numero di giovani che subito dopo la maturità si iscrive per la prima volta a un corso di laurea.
L’Annuario statistico italiano 2015 evidenzia che nell’anno accademico di riferimento solo il 49,7 per cento del totale di coloro che avevano appena superato la maturità ha scelto poi di proseguire gli studi iscrivendosi all’università. Le percentuali più alte di immatricolazioni sono state registrate dall’Istat in Molise (56,2 per cento), Abruzzo (55,2) e Liguria (55,1). Con un tasso di iscrizione all’università del 55 per cento le femmine superano i maschi, che si fermano al 44. Tuttavia la maggior propensione delle ragazze a proseguire gli studi si dimostra non solo nella fase post-diploma.
Se si considerano tutte le tipologie di corsi di laurea (primo, secondo livello e ciclo unico), le donne sono ovunque la maggioranza. La maggior presenza femminile si riscontra per le lauree magistrali a ciclo unico, in cui le ragazze sono il 62,4 per cento del totale degli iscritti. E le femmine superano i maschi anche per quanto riguarda la velocità nel conseguire la laurea. Nel 2013 le venticinquenni che hanno ottenuto un titolo di primo livello sono state il 39,6 per cento, contro il 25,5 dei coetanei maschi. Nello stesso anno, le ragazze di 25 anni che hanno conseguito una laurea magistrale sono state il 23,6 per cento, mentre i ragazzi della stessa età solo il 15,3 per cento.
Mentre l’università perde fascino, aumenta quello dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica. Nell’anno accademico 2013-2014 si è avuto un +10 per cento delle iscrizioni a questo tipo di percorsi di studio. La parte del leone l’hanno fatta le Accademie di Belle Arti, che hanno raccolto più della metà (il 54,5 per cento) del totale degli iscritti di questo settore.