Una marea che inonda perfino i minorenni. Sono gli spot di alcolici sui social network, che stando a uno studio della Texas A&M University di College Station (USA) letteralmente bombardano i giovani, trasmettendo messaggi tutt’altro che positivi. La ricerca, pubblicata sulla rivista Alcohol and Alcoholism, segnala che tutti gli utenti – indipendentemente dalla loro età – possono visualizzare i post pubblicitari delle case produttrici di alcolici ed accedere ai loro profili mettendosi così direttamente in contatto con esse.
Ma non solo, le case stesse inviano contenuti propagandistici a tappeto ai giovani, anche a coloro che secondo la legge non potrebbero ancora bere. Il rischio, segnalano i ricercatori americani, è che i ragazzi siano portati ad avvicinarsi al mondo degli alcolici ad età sempre inferiori.
Per la verità, lo studio texano sottolinea che non tutti i social si comportano allo stesso modo. Per esempio su Twitter c’è un filtro che tutela i ragazzi al di sotto dei 21 anni, l’età compiuta la quale negli USA è legale bere alcol. Per coloro che hanno superato questa soglia, tuttavia, la media di tweet mensili con spot di alcolici ricevuti arriva a quasi 2mila.
Le cose vanno ancora peggio su Instagram, che non prevede alcun filtro. Così perfino i tredicenni possono ricevere contenuti promozionali di questo genere. La media per i minorenni è di 362 spot di alcolici al mese, che ai ragazzi arrivano per lo più il giovedì e il venerdì. Come se non bastasse, coloro che sui social media seguono i profili di case produttrici ricevono spot di alcolici praticamente su base quotidiana direttamente sul proprio smartphone.
Tutto questo potrebbe rivelarsi molto controproducente. Se da un lato è vero che non esistono ancora studi consolidati sugli effetti del marketing digitale, dall’altro è altrettanto acclarato come la pubblicità tradizionale influenzi il comportamento degli individui. Per questo la Texas A&M University invita a riflettere sul fenomeno e a imporre dei limiti che tutelino per lo meno i più giovani da questo bombardamento di messaggi che li invitano a bere.