Ciclo unico addio, la laurea in Giurisprudenza passerà al 4+1
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Laurea in Giurisprudenza verso la riforma: si passerà al 4+1

da | Ott 2015 | News | 0 commenti

Ciclo unico di 5 anni, addio. Adesso si cambia: la laurea in Giurisprudenza sta per trasformarsi in un percorso 4+1. La bozza di riforma nasce dall’intenzione del MIUR di rendere – in consonanza con quanto richiesto anche dal ministero della Giustizia Andrea Orlando – più professionalizzante l’iter formativo, in modo da agevolare l’ingresso dei laureati nel mondo delle professioni forensi (avvocato, notaio, magistrato). Rimarranno invariati nella durata e nell’articolazione, comunque, i percorsi paralleli, quelli che già attualmente rientrano nel sistema del 3+2 e preparano a professioni come ad esempio quella del consulente del lavoro.

 

Per chi sogna un futuro nelle aule dei tribunali o ambisce alla carriera notarile, invece, si prepara una vera e propria rivoluzione. Dopo i primi quattro anni, per raggiungere la laurea in Giurisprudenza occorrerà frequentarne uno ulteriore, a numero chiuso, che sarà differenziato a seconda di ciò in cui ci si vorrà specializzare. Durante quest’ultimo anno ciascuno studente potrà poi svolgere 6 mesi di praticantato, che andranno scalati dai 18 previsti per l’accesso agli albi professionali, in attuazione della legge 247/12 relativa alla riforma forense.

Qualche cambiamento, anche se di minore impatto rispetto a quelli che interesseranno la laurea in Giurisprudenza a ciclo unico, riguarderà anche i percorsi 3+2. Ci sarà una rimodulazione della distribuzione dei CFU, con una diminuzione di quelli vincolati al contesto nazionale per lasciare più spazio allo studente per costruire il proprio percorso di studi con uno sguardo anche all’internazionalità. Il biennio magistrale sarà più specialistico e i dipartimenti universitari potranno scegliere di puntare sulle nuove discipline e sugli scambi internazionali, ma anche sulle specificità dei territori.

Della riforma della laurea in Giurisprudenza si discuterà domani al MIUR, in un tavolo di lavoro che coinvolgerà anche il Ministero della Giustizia. Se non ci saranno intoppi, il restyling potrebbe diventare effettivo in tempi brevi, forse già a partire dal prossimo anno accademico.

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