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Corsi a numero chiuso, nel 2015 sono 200 in più

da | Set 2015 | News | 0 commenti

L’ingresso all’università è sempre più un percorso ad ostacoli. I corsi a numero chiuso aumentano e nell’anno accademico 2015-2016 su un totale di 4.234 quelli con uno sbarramento all’entrata sono 1.846, cioè il 43,5 per cento. Oltre ai tradizionali percorsi di studio ad accesso programmato a livello nazionale – Medicina, Odontoiatria, Professioni sanitarie, Architettura, Veterinaria e Scienze della Formazione primaria – sempre più atenei decidono di fissare un limite ai posti disponibili per le immatricolazioni anche a corsi in precedenza esenti dai test di ammissione.

 

Rispetto al 2014-2015, quando furono 1.687 su 4.311, i corsi a numero chiuso presenti nell’offerta formativa delle università pubbliche italiane sono 200 in più (un aumento del 5 per cento). Questo, denunciano le associazioni studentesche, oltre a impedire ai giovani del nostro Paese di scegliere liberamente il proprio futuro, costringe a un esborso non da poco, visto che per sostenere ogni prova occorre versare un contributo che può superare anche i 100 euro e la maggioranza dei neodiplomati tenta più di un test.

I corsi a numero chiuso nel 2015 saranno quasi la metà del totale e in alcuni atenei rappresenteranno il 100 per cento dei percorsi di studio. In altri, come accade all’Università di Palermo, l’accesso programmato a livello locale è previsto per tutti i corsi di primo livello, e in altri ancora a prevedere un test selettivo è la totalità dei corsi magistrali.

L’aumento dei corsi a numero chiuso consente da un lato alle università di fare cassa grazie ai contributi di iscrizione versati dagli aspiranti, dall’altro di mantenere bassa la proporzione studenti/docenti che, con il blocco del turn over, in molti casi sarebbe altrimenti schizzata verso livelli insostenibili.

Se dal punto di vista degli atenei questo può sembrare il minore dei mali, non si può dire altrettanto per gli studenti. Per questo anche nel 2015 prosegue la battaglia dell’Unione degli universitari (UDU), di LINK – Coordinamento universitario e della Rete degli studenti, che da anni si battono contro lo sbarramento non solo per quanto riguarda i corsi i cui numeri sono stabili direttamente dal MIUR, ma anche quelli la cui programmazione degli accessi avviene su scala più ridotta, con sit-in, flash mob e manifestazioni di protesta.

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