Niente più imbarazzi agli esami o in segreteria. L’Università di Genova si accoda a quelle di Verona, Bari, Torino, Napoli, Bologna, Urbino e Padova e adotta il doppio libretto per tutelare la privacy degli studenti trans. Perché non è facile avere un certo aspetto fisico e poi sentirsi chiamare davanti a tutti con un nome che non corrisponde più alla propria apparenza. Il doppio libretto è stato approvato dal Consiglio di amministrazione e sarà presentato il prossimo 22 maggio nell’ambito di un convegno, ma sarà attivo a partire dal prossimo anno accademico.
Tutti gli studenti in transizione sessuale – ossia quelli che si trovano nella delicata fase in cui si è già modificato il proprio fisico, ma si è ancora in attesa che il tribunale conceda l’autorizzazione a portare a termine il cambiamento di sesso, disponendo l’aggiornamento dei dati anagrafici – possono già richiedere il documento nel quale sarà specificato un nuovo nome, in linea con il genere attuale, indipendentemente da quello presente sulla carta d’identità.
Il processo che ha portato alla decisione di proteggere gli studenti trans da ogni possibile discriminazione è stato innescato dall’appello di uno di loro, Andrea, che oggi ha un aspetto da donna, però ha ancora un nome da uomo. Lo studente si è rivolto al Comitato pari opportunità dell’Università di Genova per chiedere che si uniformasse a ciò che avviene in altri atenei, garantendo a quanti sono nella sua stessa situazione la possibilità di avere un documento che sostituisca il libretto “ufficiale”, evitando situazioni spiacevoli.
La condizione degli studenti trans, del resto, non è particolarmente facile da gestire, poiché la discrepanza tra aspetto fisico e dati anagrafici può dar luogo a commenti offensivi, oppure costringerli a dover fornire spiegazioni sulla propria situazione, tutto cose che in molti casi li spingono a lasciare l’università per sottrarsi alle possibili fonti di imbarazzo.