A Milano, in Via Sarfatti, si festeggia l’ennesimo successo: ancora una volta la Bocconi si è fatta valere nelle classifiche internazionali. Stavolta il prestigioso ateneo privato milanese balza agli onori delle cronache per i brillanti piazzamenti conquistati nella QS World University Rankings by Subject 2015. La graduatoria mondiale suddivisa per discipline pubblicata da Quacquarelli Symonds quest’anno vede la Bocconi al settimo posto nel mondo per l’area “Business and Management”, che è stata appena introdotta, in 17esima posizione per quella “Economics and Econometrics” e in 28esima per “Finance and Accounting”. Ma nel capoluogo lombardo non fa festa solo la Bocconi: anche il Politecnico è riuscito ad ottenere un piazzamento nella top ten (al decimo posto) per l’area “Design”.
Il QS World University Rankings by Subject 2015 conferma quindi la Bocconi come una delle migliori università al mondo in ambito economico. Ma soprattutto come uno dei punti di riferimento assoluti in Europa, visto che in ognuna delle aree citate l’ateneo milanese si piazza nella top ten, classificandosi terza per “Business and Management”, quinta per “Economics and Econometrics” e ottenendo il settimo posto per “Finance and Accounting”.
Quelli che arrivano dal QS World University Rankings by Subject 2015 sono segnali molto confortanti per l’università privata. La reputazione della Bocconi nella classifica QS per materia, infatti, non solo si consolida, ma si dimostra addirittura in crescita a livello mondiale sia nell’area “Business and Management”, nella quale l’ateneo guadagna tre posizioni rispetto all’anno scorso, sia in quella “Finance and Accounting” (+3 anche in questo caso).
Come ogni anno, il QS World University Rankings by Subject 2015 è stato stilato sulla base della reputazione di cui godono circa 3.450 atenei. I parametri considerati sono quattro: il giudizio dei docenti sull’università, la sua reputazione tra le aziende (secondo l’opinione dei recruiters), le citazioni ricevute dagli articoli pubblicati dai suoi professori e ricercatori, e l’H-Index, ossia l’indicatore che misura la numerosità e l’impatto delle pubblicazioni scientifiche.