Sapienza, da oggi si può studiare in biblioteca di notte
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Studiare in biblioteca di notte? Alla Sapienza si può

da | Apr 2015 | News | 0 commenti

Quelli che sono abituati a fare le ore piccole sui libri ne saranno contenti: da oggi, 27 aprile 2015, alla Sapienza si può studiare in biblioteca di notte. Le aperture notturne rientrano nell’ambito del progetto “Biblioteche h24”, che rende la Sapienza il primo ateneo romano – e uno tra i pochi in Italia – a offrire questa opportunità ai propri iscritti. Saranno 142 le postazioni di studio disponibili nelle biblioteche dell’università nella fascia oraria compresa tra le 21.00 e le 8.00 del mattino.

Per studiare in biblioteca di notte occorre essere in possesso di un apposito badge, che deve essere richiesto online. Al momento sono state distribuite circa 2mila tessere, che gli studenti useranno per varcare l’ingresso di piazzale Aldo Moro e quelli delle biblioteche. I varchi consentono l’accesso anche dei disabili, che in questo modo non saranno esclusi dall’iniziativa. A inaugurare simbolicamente il sistema di ingressi notturni è stato il rettore della Sapienza Eugenio Gaudio, il primo a “strisciare” il badge.

Chi avesse dubbi rispetto alla sicurezza dello studiare in biblioteca di notte può stare tranquillo: le strutture sono videosorvegliate e il circuito è collegato al sistema di sicurezza e vigilanza notturna della Sapienza. Tra i servizi a disposizione degli studenti ci sono il wi-fi, che sarà attivo anche nelle ore notturne, e postazioni abilitate alla consultazione di cataloghi e risorse digitali.

Orgoglioso del progetto che permette di studiare in biblioteca di notte, Gaudio ha sottolineato che l’iniziativa rispecchia la sua idea di università, “un’università aperta alle esigenze di tutti, degli studenti pendolari, che arrivano qui già all’alba con il treno, degli studenti fuori sede, che non sempre nelle loro stanze in affitto trovano il luogo in cui potersi concentrare, ma anche a quelle degli studenti stranieri che sono abituati a standard e servizi che qui in Italia ancora non sempre trovano e di chi voglia comunque vivere pienamente il nostro Campus universitario”.

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