Quaranta aule chiuse per bonificarle urgentemente dall’amianto. A seguito di ciò che è emerso nell’inchiesta della procura di Torino e di un sopralluogo degli ispettori dell’Asl To1 voluto dal sostituto procuratore Raffaele Guariniello, è stata disposta la chiusura immediata di alcune aree di Palazzo Nuovo, sede dei dipartimenti umanistici dell’Università di Torino. Occorre, infatti, procedere alla rimozione di tutte le fonti di pericolo per docenti, studenti e personale tecnico-amministrativo dell’ateneo del capoluogo piemontese.
E dire che la sede era stata appena ristrutturata. I lavori, costati la bellezza di 17 milioni di euro, erano stati fatti proprio per la rimozione del pericoloso materiale, responsabile – come dimostrano alcune indagini della procura – di almeno tre morti (due docenti e un bibliotecario). Già, perché Palazzo Nuovo è letteralmente invaso dall’amianto, che al tempo della sua costruzione, negli anni ’60, era stato usato perfino a scopi estetici per rivestirne la facciata. Allora si ignorava la pericolosità della fibra killer, oltre cinquant’anni dopo, però, è arrivato il conto.
La presenza di amianto a Palazzo Nuovo è cosa nota da tempo, ma si pensava che i lavori svolti ne avessero garantito la rimozione. Evidentemente non è stato così, visto che le perizie disposte dal pm Guariniello hanno trovato ancora presenza di questo materiale. L’Asl To1 ha dunque decretato la chiusura di alcuni spazi della sede, attorno a cui gravita un esercito di circa 16mila persone. Provvedimento che il rettore Gianmaria Ajani ha trasformato nella chiusura totale dello stabile dalle 15 dello scorso 17 aprile fino al 27. Oltre alle quaranta aule chiuse, tutte contaminate dalla fibra killer, sotto accusa ci sono anche il linoleum delle scale e di alcuni magazzini e perfino i condizionatori di alcuni uffici. Come se non bastasse, stando a quanto emerso dal lavoro degli ispettori, è da valutare anche la situazione delle travi della struttura. I lavori, insomma, potrebbero andare avanti per mesi.
Tant’è che il Comune di Torino si è impegnato nella ricerca di spazi da destinare alle attività didattiche, visto che con le aule chiuse e la sede inagibile non sarà possibile svolgere lezioni ed esami a Palazzo Nuovo per un tempo ancora da stimare, ma che sembra non sarà breve. Secondo alcune indiscrezioni, la sede potrebbe essere indisponibile addirittura fino a settembre.
Intanto, oltre a dover fare i conti con il problema della aule chiuse, il rettore Ajani deve confrontarsi con le accuse pesantissime che gli sono state rivolte. Il procuratore Guariniello, infatti, sostiene che i vertici dell’Università di Torino fossero da tempo a conoscenza della situazione e che, non agendo, abbiano messo a repentaglio la salute di lavoratori e studenti. Da tali accuse di negligenza e omissione di cautele contro gli infortuni sul lavoro, il rettore si è difeso attraverso una lettera aperta indirizzata a studenti, personale tecnico-amministrativo e docenti dell’ateneo.