Se i figli non hanno inclinazione all’apprendimento, la colpa è di mamma e papà. Lo sostiene una recente ricerca che avrebbe scoperto una correlazione tra propensione allo studio e patrimonio genetico. Alcuni scienziati della Goldsmiths University of London e della Ohio State University (USA) hanno, infatti, pubblicato uno studio che addossa ai genitori la responsabilità per i risultati scolastici deludenti dei figli, fornendo a questi ultimi una formidabile arma di difesa contro le lamentele di mamma e papà per i brutti voti ottenuti.
Secondo quanto riportato sulla rivista Personality and Individual Differences, che ha pubblicato la ricerca, la propensione allo studio sarebbe scritta nel DNA per il 40-50 per cento. I dati raccolti dal team anglo-americano hanno ridimensionato il ruolo degli stimoli ambientali provenienti dalla famiglia e dagli insegnanti sulla motivazione all’apprendimento, enfatizzando invece l’importanza di avere genitori a loro volta inclini allo studio per sviluppare tale caratteristica.
La conclusione tratta dai ricercatori sulla natura della propensione allo studio viene dall’analisi di oltre 13mila gemelli appartenenti alla fascia d’età 9-16 anni, provenienti da Regno Unito, Giappone, Germania, Canada, Stati Uniti e Russia. In tali paesi vi sono vistose differenze nei sistemi scolastici e anche diversi atteggiamenti nei confronti dello studio: in Giappone, ad esempio, il sistema scolastico è molto rigoroso e fortemente competitivo, avere dei buoni voti è ritenuto estremamente importante e le famiglie investono moltissime risorse sull’educazione dei propri figli; negli USA e nel Regno Unito, invece, l’atteggiamento nei confronti dello studio è meno rigido. Nonostante questo, spiega Stephen Petrill della Ohio State University, uno degli autori dello studio, “abbiamo ottenuto risultati abbastanza coerenti in tutti questi diversi paesi con i loro differenti sistemi educativi e culture”, risultati che mostravano una correlazione tra le attitudini dei genitori e quelle dei figli.
Quindi, visto che la propensione allo studio è scritta nel DNA, i genitori dei ragazzi che a scuola si dimostrano più negligenti farebbero meglio a prendersela con se stessi piuttosto che con i loro figli. Una bella rivincita per questi ultimi e una bella batosta per i primi.