Assemblea No Expo, prefetto Milano dispone chiusura Statale
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Il prefetto di Milano chiude la Statale per motivi di sicurezza. Timore di disordini per l’assemblea dei No Expo

da | Gen 2015 | News | 0 commenti

Tanti studenti stamani sono arrivati davanti alla sede centrale dell’Università degli Studi di Milano (in via Festa del Perdono) e, con loro estrema sorpresa e disappunto, ne hanno trovato il portone sbarrato. A decidere la chiusura della Statale da oggi e fino a domenica 18 è stato il prefetto del capoluogo lombardo, Francesco Paolo Tronca, che ha disposto il provvedimento per motivi di sicurezza.

A far temere disordini l’assemblea che i No Expo avevano intenzione di tenere domani proprio all’interno dell’ateneo. Il tutto senza aver chiesto l’autorizzazione per l’uso dei locali, circostanza che ha spinto il rettore della Statale Gianluca Vago a rivolgersi alla prefettura per il timore che l’assemblea si trasformasse in un’occupazione. Il prefetto ha chiuso la Statale, dunque, su richiesta del rettore, che già in passato – come nella vicenda dell’occupazione dei locali dell’ex Cuem – aveva mostrato di non avere remore nel rivolgersi alle autorità per tutelare gli spazi dell’ateneo.

Non potendo tenere l’assemblea nel luogo che avevano prefissato, i No Expo hanno scelto di spostarsi nella ex sede del teatro Derby, in via Mascagni 8. Le attività che i comitati hanno organizzato non prevedono solo l’appuntamento di domenica, ma tutta una serie di altre iniziative che animeranno una due giorni iniziata stasera e della quale l’assemblea sarà il culmine. Il rettore Vago ha temuto che l’occupazione dei locali potesse, però, protrarsi ben oltre e ciò lo ha spinto a chiedere l’intervento del prefetto Tronca.

L’attivismo del rettore, tuttavia, è stato criticato da più parti. In primis dagli studenti stessi, i quali stamattina hanno trovato la sede di via Festa del Perdono chiusa senza che, dicono, fosse stata data adeguata comunicazione in merito. Per la verità, l’ateneo ha emesso uno stringato comunicato nel quale si avvisava della chiusura e si dava notizia del fatto che attività didattiche ed esami sarebbero stati spostati nelle sedi di via Celoria e via Mercalli, ma più d’uno degli iscritti alla Statale è arrivato oggi davanti all’università senza avere idea che non si potesse entrare. Anche perché, giurano gli studenti, fino a ieri sera non era presente alcun avviso sul sito web dell’ateneo e le indicazioni circa la riorganizzazione delle sedi erano affisse solo su un portone laterale. Ciò ha comportato caos e disagi, specie per chi proviene da fuori Milano.

Ulteriori critiche sono piovute dai gruppi antagonisti e da alcuni consiglieri comunali di Sinistra Ecologia e Libertà (SEL). L’accusa mossa al rettore e al prefetto che ha disposto la chiusura della Statale contro l’assemblea dei No Expo è quella di essere ipocriti. Nei giorni in cui tutti inneggiano alla libertà di espressione sulla scorta dei tragici fatti di Parigi della scorsa settimana, attaccano i collettivi e i centri sociali, poi viene blindata un’università per impedire un’assemblea. Il concetto è stato espresso a chiare lettere anche in uno striscione polemico che è stato appeso fuori dall’ateneo. Contro la chiusura della Statale disposta dal prefetto si è schierato pure Aldo Giannuli, ricercatore nel dipartimento di Studi storici, che ha commentato così: “La decisione di chiudere l’università Statale è una scivolata che si poteva evitare, chiudere gli spazi della città pubblica, non è mai un buon segno”.

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