Dal presidente degli Stati Uniti Barck Obama è arrivata una proposta che, se venisse accolta e messa in pratica, potrebbe cambiare radicalmente il sistema universitario americano. “Quello che vorrei fare – ha detto Obama in un messaggio diffuso nei giorni scorsi – è rendere i primi due anni di college gratis per tutti quelli che siano disponibili a lavorare per averli”, che significa, ha spiegato poi il presidente, per tutti coloro che frequentino almeno la metà delle lezioni, raggiungano una certa media e facciano costanti progressi nel proprio percorso di studi.
In un paese come gli USA, in cui intraprendere gli studi terziari comporta sforzi economici non indifferenti, ciò equivarrebbe a dare un’opportunità di conseguire la laurea a un numero di studenti che, secondo le prime stime, potrebbe ammontare a nove milioni.
Due anni di college gratis significherebbero in media un risparmio di 7.600 dollari complessivi a studente. Una cifra non enorme, certo, ma neppure trascurabile e sicuramente in grado rendere meno gravosi i prestiti che la maggior parte dei giovani americani deve chiedere per poter proseguire negli studi. Prestiti che, sempre più spesso, i laureati fanno fatica a ripagare per la difficoltà di trovare un lavoro con una remunerazione che consenta loro di ripianare il debito corrispondendo anche gli interessi nel frattempo maturati.
Ma fornire una boccata d’ossigeno alle tasche dei giovani americani non è l’unico motivo che ha spinto Barack Obama a proporre di rendere i primi due anni di college gratis. L’obiettivo dichiarato del presidente è soprattutto quello di far sì che, essendo maggiormente qualificata, la forza lavoro a stelle e strisce diventi “più competitiva con quella del resto del mondo”.
La notizia che potrebbero esserci presto due anni di college gratis, però, non deve far pensare che anche istituzioni prestigiosissime – e costosissime – come ad esempio le università dell’Ivy League, sarebbero coinvolte nel programma. Il presidente, infatti, ha già specificato che non tutte le istituzioni che forniscono formazione terziaria lo saranno. Nonostante questo, la proposta resta ugualmente rivoluzionaria e dovrebbe far riflettere soprattutto qui in Italia. Da noi si parla spesso dell’importanza dell’istruzione, ma nulla di concreto viene fatto per aumentare il numero dei nostri laureati, che rimane tristemente tra i più bassi d’Europa.
