Le professioni del futuro non esistono ancora. A dirlo è il Labor Department Usa in un recente rapporto, nel quale si evidenzia come lo strapotere della tecnologia – che causa mutamenti sempre più rapidi e imprevedibili – modifichi continuamente lo scenario, sancendo la rapida ascesa di alcune figure e l’altrettanto rapido declino di altre. Scegliere un percorso di studi credendo che possa garantire un sicuro sbocco lavorativo, dunque, sarebbe solo un’illusione. Meglio puntare su altre doti, come l’intraprendenza e la flessibilità, per non rimanere indietro nel mercato del lavoro.
Il rapporto, in sostanza, afferma che, poiché un percorso educativo ha una durata piuttosto lunga, le condizioni esistenti al momento in cui lo si inizia e le stesse di quando lo si concluderà e verrà effettivamente il momento di confrontarsi con il mondo del lavoro. Per cui, è importante studiare e prepararsi, ma non si può contare solo su quello per un brillante futuro lavorativo. Anche perché le professioni del futuro non esistono ancora, secondo il rapporto del Labor Department Usa ben il 65 per cento dei lavori che si faranno nei prossimi dieci anni non sono ancora stati “inventati”.
Anche i mestieri che rimarranno (medico, avvocato, ingegnere), cambieranno radicalmente a causa della tecnologia. Per il Labor Department Usa è quindi urgente modificare i curricula scolastici, in modo che la preminenza delle nozioni ceda il passo allo sviluppo di quelle abilità e competenze – come la creatività e la capacità di adattamento – che possono assicurare il successo lavorativo anche in un contesto incerto e mutevole.
Il messaggio che emerge dal rapporto del Labor Department Usa è una doccia fredda per chi ha scarsa intraprendenza e pensava – avendo alle spalle gli studi “giusti” – di poter avere un percorso tutto in discesa. Eppure, per coloro che hanno voglia di mettersi in gioco c’è una chiave di lettura più che positiva: visto che le professioni del futuro non esistono e sono tutte da inventare, c’è la possibilità di creare il proprio avvenire invece di subirlo. A patto che scuola e università aiutino le giovani generazioni ad essere pronte a raccogliere questa esaltante sfida.
