Seguire i più bravi ha influenze positive, anche sul portafogli. Studiare con i professori migliori sarebbe, secondo una recente ricerca pubblicata dalla Banca d’Italia, la chiave per guadagnare di più una volta laureati. Se a qualcuno questo può sembrare ovvio, perché i docenti più preparati formano laureati più preparati (e quindi più ambiti e più pagati), non è altrettanto ovvio quanto questo vantaggio “pesi”. Si tratta di un plus pari al 5,5 per cento sul salario d’ingresso nel mondo del lavoro, che in euro fanno circa 1.000 euro lordi l’anno in più.
La ricerca, dal titolo “The academic and labor market returns of university professor” (cioè “Il ritorno accademico e sul mercato del lavoro dei professori universitari”), è stata condotta da Michela Braga della Bocconi, Marco Paccagnella dell’Ocse e Michele Pellizzari dell’Università di Ginevra, i quali hanno anche quantificato l’impatto positivo sui voti dell’essere allievi dei professori migliori. Chi segue le lezioni dei docenti più efficaci ottiene un aumento della media dei voti pari solo allo 0,6 per cento. Ciò significa che l’influenza dei professori migliori è sensibilmente più alta sul piano economico, che non su quello accademico.
Per elaborare questo studio, sono stati presi come riferimento 230 docenti e 1.200 studenti della Bocconi, iscritti come matricole nell’anno accademico 1998-1999. I dati relativi agli stipendi dei laureati sono stati desunti dalle dichiarazioni dei redditi del 2004 e incrociati con altri forniti dall’ateneo riguardanti il curriculum accademici e la media degli esami. La preferenza è caduta sull’anno accademico ’98-’99 in quanto all’epoca la distribuzione degli studenti tra i vari corsi era casuale e non influenzata dai voti degli stessi.
I risultati della ricerca sembrerebbero suggerire che, se assegnare gli studenti ai professori migliori ha un ritorno positivo sul versante della media dei voti e su quello dello stipendio d’ingresso nel mondo del lavoro, allora un aumento della qualità e dell’efficacia della didattica corrisponde necessariamente a un maggior successo accademico e professionale. Ma le cose non stanno esattamente in questo modo e, come spiega lo studio stesso, un ruolo fondamentale è giocato anche dal livello del singolo studente, che influenza l’efficacia della didattica del docente. Così, i più brillanti hanno grandi vantaggi a seguire i professori migliori, mentre quelli meno abili non riescono ad ottenere altrettanto.