Grasso: "Investire in ricerca per fermare emigrazione dei talenti"
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Grasso: “Investire nella ricerca per fermare l’emigrazione dei talenti”

da | Dic 2014 | News | 0 commenti

L’emigrazione dei talenti è uno dei problemi più urgenti da affrontare per l’Italia. L’unica soluzione, almeno secondo il presidente del Senato Piero Grasso, è investire con maggior convinzione nella ricerca. Lo sforzo economico, tuttavia, non è sufficiente se non è accompagnato da altrettanto impegno nel garantire il mantenimento di standard elevatissimi nell’ambiente scientifico, che stimolino i cervelli a rimanere nel nostro Paese e consentano loro di trovare qui le gratificazioni che cercano.

L’esortazione del presidente Grasso è arrivata nell’ambito del seminario “Per fare dell’Università una risorsa che genera risorse”, promosso dal Consiglio Universitario Nazionale (CUN) e tenutosi nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, a Roma.

“L’unica forma per fare progressi nella cultura, nella scienza e nell’innovazione produttiva” è la ricerca, ha detto il presidente del Senato, che ha proseguito spiegando come la lotta all’emigrazione dei talenti “si conduce non solo ricorrendo alle risorse economiche ma anche garantendo l’alta levatura dell’ambiente scientifico, in cui i giovani ricercatori possano trovarsi a operare con colleghi preparati e stimolanti”. Perché gli investimenti, ha sottolineato Grasso, sono essenziali, ma da soli non bastano.

Il presidente Grasso si è detto fiducioso che si tratti di un traguardo raggiungibile dall’Italia: “Le potenzialità nel nostro Paese ci sono tutte. Le risorse umane in primis. Ne sono prova i risultati conseguiti dai nostri docenti, dai ricercatori e dai professionisti che eccellono in patria e all’estero”. Come testimoniano anche gli esiti del progetto “Starting grant” dell’Unione Europea, che ha visto 28 nostri connazionali tra i premiati con un finanziamento comunitario. Anche in questo caso, però, si conferma l’emigrazione dei talenti, visto che più di metà dei ricercatori italiani vincitori userà i fondi ricevuti per portare avanti il proprio lavoro all’estero.

Le parole di Piero Grasso arrivano a pochi giorni dall’allarme dell’Istat che ha mostrato come nel 2013 ci sia stato il 20 per cento in più di italiani che hanno fatto le valigie e lasciato il Paese, preferendo l’estero. Solo in un anno se ne sono andati in 82mila, di cui 13mila laureati. Fermare l’emigrazione dei talenti è, dunque, un’urgenza che l’Italia non può più ignorare.

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