Una piattaforma di crowdfunding per finanziare la ricerca. L’Università di Pavia è il primo ateneo italiano a dotarsi di questo innovativo strumento di raccolta fondi. Ad annunciarlo è stato lo stesso rettore dell’ateneo lombardo, Fabio Rugge, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico. Per iniziare, si è deciso di puntare su quattro progetti ben precisi, per sostenere i quali ci sarà un orizzonte temporale di due mesi. Chiunque voglia può fare una donazione, di qualunque entità, e in cambio riceverà aggiornamenti sui progressi del progetto di ricerca sul quale ha deciso di investire, più altre forme di riconoscimento che possono arrivare perfino alla presenza del nome del “benefattore” sull’eventuale pubblicazione dei risultati dello studio.
Ad organizzare la raccolta dei fondi è il team del progetto “Universitiamo”, capitanato da Arianna Arisi Rota, docente con delega rettorale al fundraising istituzionale. Nell’ambito del progetto è nato un omonimo portale, che ospita la piattaforma di crowdfunding per finanziare la ricerca dell’Università di Pavia. Della squadra fanno parte anche il professore Stefano Denicolai, docente di Management dell’Innovazione, il content manager Diego Navati e Ilaria Cabrini, che si occupa del coordinamento amministrativo. “Universitiamo” vede la collaborazione anche di Serena Manzi, studentessa dell’ateneo, e della video maker Angelisa Leonesio.
Attraverso il crowdfunding, l’ateneo punta a cambiare il punto di vista dei cittadini sulla ricerca, che in questo modo potranno sentirsi molto più coinvolti. Inoltre, attraverso il finanziamento dal basso ci sarà modo di sostenere giovani ricercatori promettenti, ma privi di risorse, oppure progetti che hanno già trovato gran parte di fondi, ma che hanno ancora bisogno di raggranellare qualche piccola somma per poter finalmente raggiungere gli obiettivi prefissati.
Per lanciare il progetto del crowdfunding per finanziare la ricerca sono stati selezionati quattro progetti che propongono obiettivi concreti e che non necessitavano di un budget particolarmente alto per essere sviluppati. In totale, nei prossimi due mesi occorre trovare 130mila euro per portare a compimento uno studio sulla tubercolosi che cercherà di trovare nuovi farmaci per sconfiggerla (scadenza per la raccolta fondi: 22 gennaio), un progetto sui droni come mezzi per la raccolta di dati utili a fini ambientali e sanitari (scadenza 31 gennaio), una ricerca sulla lotta alla zanzara tigre (scadenza 31 gennaio) e, infine, un progetto sulla tutela dalle pratiche di marketing irresponsabile (scadenza 31 gennaio).
Attraverso la piattaforma “Universitiamo” è possibile conoscere nomi e cognomi (e vedere i volti) di tutti i ricercatori che lavorano ai progetti e chi deciderà di investire qualche somma potrà sentirsi parte del gruppo, con la garanzia che la cifra che ha donato sarà effettivamente scalata dal suo conto corrente solo se si raggiungerà almeno l’80 per cento dell’obiettivo di raccolta fondi previsto e, quindi, il progetto scelto potrà davvero partire.
Il crowdfunding per finanziare la ricerca sarà la rivoluzione che salverà un settore sul quale in Italia si investe sempre meno? L’Università di Pavia ha scommesso di sì e a fine gennaio sapremo se sarà stata una scommessa vincente.