Anche l’Unione degli universitari (UDU) e la Rete degli studenti medi si sono mobilitate in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne 2014. Le associazioni studentesche hanno organizzato iniziative in tutte le città italiane per dire basta a femminicidi, minacce, stalking e alle violenze fisiche e psicologiche che molte donne devono subire da parte dei loro fidanzati, compagni e mariti.
In Italia la violenza di genere è una vera piaga, ecco perché in occasione della giornata del 25 novembre indetta dall’ONU anche UDU e Rete degli studenti hanno deciso di far sentire la propria voce per chiedere “politiche in grado di combattere un fenomeno che ormai da troppi anni è oggetto di denuncia solo sui giornali ma nei confronti dei quali non vediamo provvedimenti reali”, si legge nel comunicato diffuso dalle associazioni per promuovere le iniziative organizzate.
Le manifestazioni organizzate dagli studenti per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne 2014 puntano a porre l’accento sul fatto che per combattere questo fenomeno, così tristemente radicato in nel nostro Pese, si debba partire dall’istruzione. Secondo Alberto Irone, portavoce della Rete degli studenti medi, occorre prevedere dei programmi di educazione sentimentale nelle scuole, per fornire ai giovani modelli culturali basati sul rispetto reciproco tra i sessi.
Gianluca Scuccimarra, il coordinatore nazionale dell’UDU, invece, pone l’accento sul fatto che, se ancora oggi in Italia ogni 12 secondi una donna subisce violenza e ogni 2 giorni ce n’è una che viene uccisa, nonostante ciò che viene detto, nulla è davvero cambiato. Anche perché, accusa, “i centri antiviolenza vengono lasciati a se stessi, lo Stato non esiste se non per venderci slogan vuoti che non risolveranno di certo questa tragica situazione: basti pensare che i fondi per i centri antiviolenza sono stati drasticamente tagliati nell’ultimo anno”. E in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne 2014 incalza il governo sulla necessità di farsi carico del problema “ponendo in essere politiche serie ed efficaci, che mirino ad un cambiamento sociale reale e non di facciata”.