Un fatto molto grave per il quale, ancora una volta, è sotto accusa una confraternita. Si tratta di uno stupro di gruppo che sarebbe stato compiuto all’Università della Virginia (USA) ai danni di una matricola. Si tratta dell’ennesimo caso di violenza sessuale all’interno di un ateneo statunitense, che riapre la discussione sui comportamenti omertosi delle università a stelle e strisce nei confronti di questo genere di abusi.
Lo stupro di gruppo, secondo quanto denunciato dalla giovane vittima, sarebbe stato compito da sette uomini e sarebbe avvenuto durante la festa di una confraternita dell’Università della Virginia. L’ateneo, dopo aver in un primo momento tenuto segreto l’accaduto, ne ha dato notizia ufficialmente annunciando che in conseguenza del fatto tutte le attività delle confraternite saranno sospese fino al prossimo 9 gennaio.
Purtroppo le violenze sessuali e gli atti di nonnismo nei college americani sono all’ordine del giorno. Solo un paio di mesi fa, ad esempio, ha fatto notizia in tutto il mondo la storia di Emma Sulkowicz, una studentessa della Columbia che, da quando è stata stuprata in uno dei dormitori, porta con sé il proprio materasso per tutto il campus in segno di protesta contro l’ateneo che non ha preso alcun provvedimento nei confronti del suo aggressore. Mentre appena la settimana scorsa un giovane ha perso la vita in circostanze poco chiare alla West Virginia University nella casa della confraternita Kappa Sigma, confermando la brutalità dei riti iniziatici che si svolgono in questo tipo di associazioni.
Lo stupro di gruppo che sarebbe stato subito dalla matricola dell’Università della Virginia è, quindi, solo uno dei tanti casi di violenze (sessuali e non), che ogni anno si consumano nei college degli Stati Uniti. Un numero alto e preoccupante che ha spinto lo stato della California a promulgare una legge contro gli abusi carnali nei campus delle università locali. La speranza è che altri stati ne seguano preso l’esempio e che tanto basti a reprimere il fenomeno.