Il lavoro non c’è, è vero, ma a volte sono i professionisti che servirebbero a mancare, come si scopre dall’indagine Excelsior sui lavoratori introvabili 2014. Perché parallelamente all’eccesso di offerta che c’è in alcuni settori, in altri le risorse umane disponibili sono talmente esigue da rendere la ricerca spesso molto lunga e difficile e, a volte, perfino vana.
Non si tratta dei soliti lavori che nessuno vuole più fare, bensì di professioni molto particolari, oppure relative a settori in forte espansione. I dati raccolti nell’ambito dell’indagine condotta dall’Osservatorio Excelsior di Unioncamere mostrano che su 613mila assunzioni che le imprese avevano pianificato di effettuare, ben 61mila (il 10 per cento del totale) non sono andate a buon fine perché i profili ricercati risultano praticamente impossibili da trovare. In particolare, stando all’indagine Excelsior sui lavoratori introvabili 2014, in Lombardia si cercano ingegneri e l’offerta è inferiore alla domanda, mentre in Veneto servono stuccatori edili e musicisti, nel Lazio accompagnatori turistici e in Piemonte c’è bisogno di organizzatori di eventi.
Per quanto riguarda i laureati, tra i profili più difficili da reperire, secondo l’indagine Excelsior sui lavoratori introvabili 2014, ci sono gli ingegneri esperti di software (il 40 per cento delle ricerche va a vuoto), gli analisti programmatori (il 32 per cento delle offerte di lavoro non è stato soddisfatto) e gli esperti di gestione aziendale. A sorpresa, visto che si tratta di uno dei percorsi di studio spesso additati tra quelli che offrono meno sbocchi professionali, in Piemonte si ricercano laureati in Scienze della comunicazione che si occupino di iniziative promozionali, ma su 130 profili richiesti molti rimarranno scoperti. E in Veneto ci sarebbe bisogno di 280 laureati in Musicologia e spettacolo che possano ricoprire il ruolo di cantanti lirici, ma ne mancano all’appello 180.
Come si spiega quello che Unioncamere definisce un fenomeno che “appare singolare in considerazione dell’alto tasso di disoccupazione”? Le ragioni alla base della discrepanza tra domanda e offerta sono da imputare “a un sistema dell’orientamento che non raggiunge adeguatamente giovani e famiglie” e “all’insufficiente diffusione di quelle abilità acquisibili solo con il potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro“.