Il test di Medicina 2014 potrebbe essere stato l’ultimo, ma anche se così non dovesse essere, c’è da scommettere che sarà comunque ricordato. Se non altro come uno di quelli con le vicende più travagliate, tra plichi mancanti, lungaggini negli scorrimenti e conseguente proroga della graduatoria nazionale, ricorsi e circolari del MIUR. Un autentico ginepraio, complicato anche da alcune sentenze del TAR del Lazio che hanno stabilito cumulativamente la riammissione di circa 5mila studenti che erano rimasti esclusi in prima battuta. Una cifra enorme, se si considera che i posti messi in palio ad aprile erano poco più del doppio.
Ad annunciare che il tribunale amministrativo ha riammesso un altro nutrito gruppo di ricorrenti è stata l’Unione degli universitari (UDU), che ha patrocinato numerose delle azioni legali contro il test di Medicina 2014 andate a buon fine. Gianluca Succimarra, coordinatore nazionale dell’associazione studentesca ha parlato di “una vittoria epocale, che è destinata a cambiare completamente l’attuale sistema universitario, grazie anche al Tar che ha riconosciuto le irregolarità che si sono verificate, non solo a Bari ma in tutta Italia lo scorso 8 aprile durante lo svolgimento dei test”.
La notizia arriva alla fine di una settimana nella quale già si era tornati a parlare di test di ammissione per i futuri camici bianchi. Prima con un articolo pubblicato su Lavoce.info che metteva in guardia contro i possibili rischi legati all’abolizione della prova di selezione prospettata fin dall’estate dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Poi per via della proroga da parte del MIUR della vigenza della graduatoria nazionale, a causa degli intoppi negli scorrimenti.
Il quadro della situazione, a dir poco caotico anche senza considerare la decisione del TAR di riammettere un numero così alto di esclusi, diventa ancora più intricato se si tiene conto che dell’abolizione del test di Medicina – dopo l’incontro tra il ministro e i rettori – non si è saputo più nulla di ufficiale. Nei fatti, però, il numero chiuso è già cancellato dalle sentenze del tribunale amministrativo, visto che per l’anno accademico 2014-2015 il numero di posti è stato aumentato del 50 per cento e che, in generale, chiunque tra i non ammessi abbia i soldi per intraprendere un azione legale ha ottime probabilità di riuscire comunque a immatricolarsi.
Il ministero dovrebbe, quindi, prendere in mano la situazione e intervenire con urgenza, soprattutto perché la primavera non è poi così lontana e ancora nulla si sa del sistema che determinerà l’accesso a Medicina per il prossimo anno. Per il momento, però, a viale Trastevere tutto tace.