Con la manifestazione del 10 ottobre 2014 si riapre il fronte della protesta studentesca. Ad aver scatenato il malcontento dei giovani è il progetto “La buona scuola” la riforma presentata dal governo Renzi, che secondo le associazioni studentesche promotrici dell’iniziativa non aggredisce i veri problemi del sistema dell’istruzione nel nostro Paese e, anzi, ne crea di nuovi. Accompagnata dagli hashtag #10ott e #lagrandebellezzasiamonoi, la manifestazione coinvolge 60 città italiane. Il corteo principale, quello di Roma, è partito alle 9.30 del mattino da piazza della Repubblica e si spingerà fin sotto la sede del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR).
La manifestazione del 10 ottobre 2014 non è, però, rivolta solo contro la riforma della scuola. Gli studenti, infatti, hanno abbracciato anche la lotta nei confronti di un altro provvedimento del governo Renzi, il Jobs Act di cui tanto si sta discutendo in questi giorni. Per i ragazzi delle scuole e gli universitari che li sostengono, la mobilitazione di oggi è una prima tappa di avvicinamento a quella del 25 ottobre prossimo, che li vedrà scendere in piazza al fianco dei lavoratori.
La protesta è stata preparata con cura minuziosa, come testimoniano le decine di iniziative che coinvolgono tutto il territorio nazionale. L’obiettivo della manifestazione del 10 ottobre 2014 è riaccendere davvero i riflettori su coloro che davvero rappresentano il futuro del Paese, cioè i giovani. Di loro, accusano gli studenti, si parla spesso ma sempre e solo attraverso slogan e argomenti retorici, ai quali non seguono fatti concreti. E, soprattutto, di loro si parla senza coinvolgerli e consultarli a proposito delle misure da adottare che li riguardano.
Gli studenti che sfilano in corteo per la manifestazione del 10 ottobre 2014 reclamano, invece, il diritto di partecipare all’elaborazione delle politiche su istruzione e lavoro, che riguardano il loro presente e il loro futuro. Politiche che attualmente, denunciano le associazioni studentesche, prevedono una riforma della scuola in senso più “aziendalistico”, che non tocca affatto temi come la dispersione scolastica e la mancanza cronica di risorse, e un rinnovamento del mercato del lavoro che “aumenterà la precarietà senza garantire nessuna tutela” a chi vi entrerà, come ha sintetizzato Gianluca Succimarra, portavoce nazionale dell’Unione degli universitari.
I temi sul tavolo sono molti e scottanti, insomma. L’autunno caldo del governo Renzi è iniziato oggi e gli studenti si dicono più agguerriti che mai. Dopo l’appuntamento del prossimo 25 ottobre, annunciano già una nuova mobilitazione per il 17 novembre, in occasione della Giornata internazionale dello studente.