Si chiama Emma Sulkowicz ed è una delle numerosissime studentesse della Columbia University (USA), ma adesso per tutti è la “ragazza con il materasso”. Il perché del soprannome è presto spiegato: da qualche tempo la giovane va in giro portando per protesta il proprio materasso con sé ovunque nel campus dell’ateneo newyorchese. Proprio nel dormitorio del campus, un anno fa Emma dice di essere stata stuprata, ma la Columbia non ha preso alcun provvedimento contro il suo presunto aggressore, un altro studente. E allora la giovane ha deciso di inscenare questa insolita contestazione, che andrà avanti – assicura lei – finché giustizia non sarà fatta.
Il materasso che Emma porta in giro per il campus è quello sul quale si è consumata la violenza di cui sostiene di essere stata vittima. Gli abusi sessuali nei campus delle università americane sono un fenomeno tutt’altro che raro, ma la storia della Sulkowicz non ha convinto la polizia e le autorità della Columbia, perché in passato ella aveva già avuto rapporti con il suo presunto stupratore, il quale non ha subito alcuna conseguenza per ciò che avrebbe fatto.
Indignata per non essere stata difesa dalla propria università, la ragazza ha pensato di mostrare a tutti il materasso sul quale avrebbe subito lo stupro, portandolo sempre con sé in giro per il campus della Columbia, perché tutti sappiano cosa le è accaduto. E questa protesta contro i vertici dell’ateneo proseguirà fino a quando il suo presunto aggressore non sarà punito ed espulso dall’università.
La protesta della “ragazza con il materasso” è diventata anche un progetto video, che farà parte della sua tesi di laurea, intitolato “Carry That Weight“, letteralmente “portare quel peso”. Il peso psicologico dello stupro, che si manifesta attraverso il peso fisico del materasso sul quale l’atto sarebbe avvenuto. Insieme ad altri ventidue studenti della Columbia, Emma Sulkowicz ha anche creato un gruppo che denuncia la cattiva gestione da parte dell’ateneo dei casi di violenza sessuale.