Ci siamo: alle 11.00 inizierà in contemporanea nelle sedi accreditate su tutto il territorio nazionale il test di ammissione per le Professioni sanitarie 2014. Saranno 85mila circa i candidati che affronteranno il temibile questionario che deciderà chi si aggiudicherà uno dei 26.618 posti in palio. Quella per l’accesso ai ventidue corsi di laurea abilitanti all’esercizio delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetrica, della riabilitazione, tecniche e della prevenzione (classi SNT/1, SNT/2, SNT/3 e SNT/4) è la penultima prova di selezione per i percorsi a numero programmato a livello nazionale. L’ultima sarà quella di Scienze della Formazione primaria, il prossimo 15 settembre.
Tra coloro che sosterranno il test di ammissione per le Professioni sanitarie 2014 solo uno su tre riuscirà effettivamente a immatricolarsi al corso di laurea desiderato. La proporzione è un po’ più favorevole rispetto all’anno scorso, quando il rapporto candidati/posti disponibili era di quasi quattro a uno. Tenendo conto che i posti messi a concorso nel 2013 furono il 3 per cento in più (27.396), questo è il segno di una lieve diminuzione dell’interesse nei confronti di questi percorsi di studio.
Il test di ammissione per le Professioni sanitarie 2014 sarà composto da 60 domande a risposta multipla. Ogni singolo ateneo ha predisposto la propria prova, sulla base di quanto stabilito dal MIUR con il D.M. n. 85 del 5 febbraio 2014. La valutazione delle prove avverrà secondo i seguenti criteri: +1,5 punti per ogni risposta esatta fornita, -0,4 punti per ogni risposta sbagliata e +0 punti per ciascuna di quelle non date. Il massimo punteggio ottenibile sarà 90, mentre come minimo per superare il test occorrerà totalizzare almeno 20 punti.
Con il test di ammissione per le Professioni sanitarie 2014 si avvia verso la conclusione quella che potrebbe essere l’ultima stagione delle prove di selezione per l’accesso ai corsi di laurea a numero programmato a livello nazionale. Dalla scorsa primavera, infatti, si discute sempre più concretamente di abolizione del test di Medicina già dal 2015 (per lo meno, questo è ciò che auspica il ministro Giannini) e non è inverosimile ipotizzare che a cascata anche le altre prove possano essere eliminate.
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