Da quando per la prima volta fece la propria comparsa nella specie umana, nel 1976 in Sudan e nell’ex-Zaire, gli scienziati hanno cercato di individuare il meccanismo di azione del virus ebola. Sempre senza successo, però, almeno fino ad oggi: uno studio, appena pubblicato sulla rivista Cell Host & Microbe, sembra infatti essere riuscito ad identificare il modo in cui il pericoloso virus agisce, bloccando il sistema immunitario.
L’autore dello studio è Gaya Amarasinghe della Washington University School of Medicine di St. Louis (USA). Amarasinghe sembra aver finalmente capito in che modo ebola riesce a far sì che non vi sia una reazione di difesa da parte del corpo dei soggetti infettati. Si tratta di una scoperta molto rilevante, perché è proprio la mancanza dell’innesco di una risposta immunitaria che causa l’elevatissimo tasso di mortalità, che per alcuni ceppi del virus può raggiungere anche il 90 per cento.
A bloccare il sistema immunitario sarebbe una molecola virale, denominata Vp24. Tale molecola ne inibisce un’altra, la Stat1, il cui compito è quello di fare da “messaggero” e avvertire il corpo che è il momento di difendersi da una minaccia, attivando una serie di geni in grado di avviare rapidamente la reazione immunitaria. Questo spiegherebbe perché, come è noto da tempo, il virus ebola blocca anche l’azione antivirale dell’interferone, che viene mediata proprio da Stat1, e potrebbe portare allo sviluppo di nuove terapie.
Terapie che sono quanto mai necessarie, visto che l’epidemia di ebola attualmente in corso – che interessa al momento già quattro stati africani e ha finora provocato oltre mille morti su meno di duemila soggetti infettati – non accenna ad arrestarsi e non ci sono al momento cure per la febbre emorragica che il virus causa. Al punto che l’Organizzazione mondiale della Sanità si è vista costretta a dover autorizzare il ricorso a una terapia che non era mai stata sperimentata sull’uomo, ma che sembra abbia dato ottimi risultati sulle scimmie.
In tutti i casi di patologie complesse dove non si riesce a individuare una precisa causa (è questo è proprio il caso del VIRUS EBOLA) di solito i naturopati provvedono – in caso di assenza di cure mediche certe – alla “resettazione dell’organismo” tramite disintossicazione intestinale così come meglio descritto anche alle pagine 141, 2016, 217, 223 e 230 del Manuale pratico del benessere (Ipertesto editore) patrocinato, nelle sue due edizioni italiane, dal club UNESCO. Il “ripristino” poi diventa più agevole.
Se non l’avessi capito il virus provvede già da solo alla “disintossicazione intestinale” tramite profusa diarrea muco-sanguinolenta. Solo che, purtroppo, lo fa a suo vantaggio…
Ma una sana dieta a base di carrube, olio di jojoba e bacche di Tapioca, così come meglio descritto dalla pagina 1 alla pagine 2458 del Manuale pratico della Sfliguda come se foss’Antani (Manana editrice) patrocinato dall’associazione bocciofila del varesotto, potrebbe rendere il “ripristino dello sciacquone” più agevole.