Trema il sistema del numero chiuso. Il TAR del Lazio ha infatti ammesso d’autorità tutti coloro che, a seguito della vicenda dei plichi mancanti del test di Medicina 2014 a Bari, avevano presentato ricorso sotto il patrocinio degli avvocati Michele Bonetti e Santi Dalai dell’Unione degli universitari (Udu). Sono duemila i candidati che, grazie alla sentenza favorevole del tribunale amministrativo, potranno iscriversi ai corsi per l’anno accademico 2014-2015.
Comprensibilmente soddisfatto per il risultato ottenuto, Gianluca Succimarra, coordinatore nazionale dell’Udu, commenta così: “Serve altro per dimostrare l’inefficacia di questo metodo di selezione degli studenti? Abbiamo fin da subito criticato tale sistema, e oggi raccogliamo i frutti di tanti anni di proteste e denunce”. Il TAR del Lazio ha sostanzialmente dichiarato il test di Medicina 2014 illegittimo, in quanto all’Università di Bari è stata riscontrata l’assenza di alcuni plichi contenenti il questionario.
A mancare all’appello non era solo una busta, come si disse in un primo momento, bensì quattro. Tale irregolarità ha convinto il tribunale amministrativo ad accogliere il maxi ricorso presentato da duemila candidati provenienti da diverse parti d’Italia. Tutti i ricorrenti sono stati riammessi e avranno il diritto di iscriversi al percorso di studi desiderato, perché, come sottolinea Alberto Irone, portavoce della Rete degli Studenti Medi, i fatti di Bari “hanno alterato la par condicio del concorso”, innescando una fuga di notizie “che ha inciso su una graduatoria nazionale”.
La decisione del TAR rispetto al test di Medicina 2014 dà nuovo slancio alla lotta di studenti e associazioni contro il numero chiuso. Anche alla luce della recente sentenza, l’Udu chiede “una risposta immediata sia al Capo del governo, Renzi, che al ministro Giannini”. Ministro che, per la verità, nei giorni seguenti al test aveva già annunciato di voler ripensare il sistema dell’ammissione universitaria, adottando il modello francese.
Alla fine di aprile Stefania Giannini aveva assicurato che la proposta per eliminare lo sbarramento all’ingresso, rimandando la scrematura alla fine del primo anno di corsi attraverso degli esami propedeutici, sarebbe arrivata entro luglio. Ormai mancano dieci giorni alla scadenza fissata, ma ancora nulla si profila all’orizzonte.