Luci e ombre. Questa la fotografia che il XVI rapporto AlmaLaurea sul profilo dei laureati italiani ha scattato della situazione nel nostro Paese. Se da un lato negli ultimi anni c’è un calo ormai costante degli iscritti all’università, con l’Italia ben lontana dagli obiettivi UE per il 2020, in compenso è evidente il miglioramento degli studenti, che si laureano sempre prima. E le donne battono decisamente gli uomini.
40 laureati ogni 100 cittadini di età compresa tra i 30 e i 34 anni: questo è l’obiettivo per il 2020 fissato dalla Commissione Europea. Un dato da cui l’Italia è lontana, anzi lontanissima: se la media Ocse è del 39 per cento di laureati tra i 25-34enni, nel Bel Paese il rapporto si ferma a un misero 21 per cento. E, come conferma anche il rapporto AlmaLaurea sui laureati italiani 2014, gli iscritti all’università sono in calo costante da anni, tanto che oggi è solo un diplomato su 3 a decidere di iscriversi a un corso di laurea.
Questo nonostante le numerose iniziative anti-crisi promosse dai nostri atenei. Se i giovani italiani non si iscrivono più all’università, illustra il rapporto AlmaLaurea sui laureati italiani 2014, forse è anche perché il mercato del lavoro italiano, con soli 25,4 manager laureati su 100 (dato 2012 che segna un +9,8 rispetto al 2010) pare essere poco in grado di apprezzare il titolo di studi universitario. Anche se le condizioni lavorative di un laureato, rispetto ai diplomati, sono migliori.
Ma in diminuzione che siano, gli universitari italiani sono diventati più bravi. Con 25,5 anni di età media per il conseguimento della laurea (27,8 prima della riforma 3+2), 65 studenti su 100 terminano gli studi entro il primo anno fuori corso nelle lauree triennali, 58 nel ciclo unico e 82 nelle lauree magistrali. Il rapporto AlmaLaurea sui laureati italiani 2014 mostra, inoltre, che il 18 per cento si laurea entro i 23 anni e soltanto il 13 per cento impiega oltre 4 anni in più del previsto.
Quanto alla battaglia tra i sessi, il rapporto AlmaLaurea sui laureati italiani 2014 consegna la vittoria alle donne: più brave dei colleghi uomini. Più veloci a terminare gli studi (45 su 100 in corso, contro il 40 su 100 degli studenti maschi) e con voti più alti (con una votazione media di laurea di 103,3 contro il 101 degli studenti maschi). Un dato che conferma i migliori risultati delle ragazze in tutti gli ambiti di studio, ma che si scontra ancora con le maggiori difficoltà che il gentil sesso incontra nell’affermarsi nel lavoro.