Già nota come ottimo alleato quando abbiamo l’influenza ed efficace arma di prevenzione delle malattie cardiovascolari, l’aspirina si scopre anche avere un effetto protettivo nei confronti del cancro al colon. L’ha accertato uno studio condotto dalla Case Western Reserve University di Cleveland (Ohio, USA), svolto con l’ausilio di altri centri oncologici degli Stati Uniti. I ricercatori, in particolare, hanno scoperto che l’antinfiammatorio dimezza il rischio di sviluppare la malattia.
La ricerca è stata descritta in un articolo pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine e dimostra come un’assunzione costante di acido acetilsalicilico, il principio attivo dell’aspirina, possa far diminuire del 50 per cento le possibilità di ammalarsi di cancro al colon. Con un bilancio di vittime pari a più di seicentomila ogni anno, questa è la quarta patologia tumorale più diffusa. La scoperta delle proprietà preventive dell’aspirina rappresenta una speranza concreta per cercare di diminuirne l’incidenza.
Che il comune antinfiammatorio potesse avere proprietà antitumorali ed essere efficace in particolare contro il cancro al colon era stato ipotizzato fin dal 2009, ma questo studio – che ha preso in esame dati raccolti in oltre trent’anni relativi a circa 128mila soggetti, incrociandoli con i risultati di esami istologici eseguiti su 270 ammalati – è il primo ad essere riuscito a spiegare dettagliatamente come e in chi si manifesta questo effetto benefico.
Secondo lo studio, l’aspirina, infatti, è in grado di dimezzare il rischio di sviluppare il tumore del tratto colon-retto solo in determinai soggetti. A poter trarre beneficio da un’assunzione costante (sotto rigido controllo medico) di aspirina sarebbero coloro che nell’intestino hanno un alto livello del gene RNA 15-idrossiprostaglandina deidrogenasi (15-PGDH). Questo perché sia il gene in questione sia l’aspirina hanno l’effetto di contrastare la produzione di prostaglandine, che favoriscono l’insorgenza di questo tipo di carcinoma.
Le ricadute della scoperta potrebbero essere enormi, perché basterà “eseguire una colonscopia con biopsia – spiega Sanford Markowitz, uno degli autori dello studio – per misurare la quantità di 15-PGDH nell’intestino in modo da poter capire a quali soggetti l’aspirina effettivamente produce un reale beneficio nella prevenzione contro il cancro”. E, in questo modo, si potrà anche evitare “di somministrarla a chi non ne può giovare e si esporrebbe così solo agli effetti collaterali dovuti all’uso prolungato del farmaco, come infiammazioni gastrointestinali e ulcere”.