Una serie di misure per “dare un input molto forte a ciò che porta più ricerca e innovazione nell’attività di impresa”, incentivando l’assunzione di laureati. Questo l’obiettivo del piano varato dal Consiglio dei ministri per il 2014, finanziato con fondi comunitari e nazionali per un totale di 250 milioni di euro (meno dello 0,02 per cento del PIL). Sicuro della sua riuscita il capo del governo, Enrico Letta, che dichiara di essere “in condizione di replicare moltiplicando questo piano complessivo nella programmazione dei fondi comunitari 2014-2020”.
Il piano del governo Letta per sostenere la ricerca e l’innovazione prevede diverse misure. Nel dettaglio, una di queste servirà a incentivare l’impiego di ricercatori con profili tecnico-scientifici e, allo stesso tempo, l’istituzione di mille dottorati innovativi, attraverso voucher per inserire chi fa ricerca nell’attività di impresa. Inoltre, si prevedono incentivi alle reti per l’innovazione e “varie altre misure tra cui ‘un laureato in ogni impresa’, che è una spinta a ogni piccola impresa ad assumere un laureato per alzare il livello di conoscenza”. Ma non è tutto: nel piano del governo ci sono anche “i voucher per l’innovazione e quelli per l’internazionalizzazione nelle pmi”.
L’intervento appena varato parte dal presupposto che “la nostra competitività – spiega Enrico Letta – passi molto attraverso l’innalzamento del livello di innovazione e ricerca nell’attività di impresa”. Le misure comprese nel piano partono da questo momento: i ministeri competenti sono Istruzione e Sviluppo economico, i quali “faranno partire i bandi e l’assegnazione dei fondi – aggiunge il presidente del Consiglio – arriverà in questi giorni”. In sostanza, i 250 milioni di euro potranno essere utilizzati direttamente entro il 2014.
Si tratta – spiega il ministro per la coesione territoriale, Carlo Trigilia – di “risorse legate prevalentemente alle regioni del Mezzogiorno, ma siamo riusciti a trovare meccanismi di finanziamento anche con fondi nazionali per le regioni del Centro-Nord”. Accoppiando stage e successiva trasformazione in c0ntratti a tempo determinato, coinvolgendo più soggetti come le università, con questo “pacchetto omogeneo” si spera si “possa dare risposte immediate al tema dell’innovazione che è cruciale”. Dal canto proprio, il ministro Maria Chiara Carrozza prende “l’impegno personale a rendere i bandi realmente fruibili da parte delle pmi e delle imprese”.